... e incursioni di Sbronzolo...
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lunedì 11 febbraio 2013

Ritorno alla vita

Questo non è un racconto erotico. E' sgorgato così, dal nulla, ma non allarmatevi. Nulla di ciò che ho scritto è vero, questa volta...



Passeggiavo sul molo.
Pensavo a tutto quello che era successo. Il mio piccolo mondo... Stavo crescendo.
Avevo preso le mie decisioni, fatto le mie scelte. Anche lottato per le mie convinzioni.
Ultimamente avevo tutti contro. O forse non erano "loro" ad essere contro di me, era il mondo.
Sì, perché ogni scelta che facevo, ogni strada che in traprendevo ultimamente era sempre un fiasco.
Il mio percorso, che fino a poco tempo fa era stato pieno di successi e soddisfazioni stava improvvisamente e imprevedibilmente voltando il suo corso. Pure le cose più semplici si rivelavano montagne insormontabili di problemi.
Su questo stavo riflettendo in cima al molo.

Come ci ero arrivata a quella situazione? Cos'era cambiato nella mia vita?
Non capivo.stavo finalmente arrivando a realizzare i miei sogni, i miei progetti e poi improvvisamente tutto ha iniziato ad andare a rotoli. La mia buona stella si era spenta. Eppure ero sicura di non aver avvelenato il mio karma in nessun modo.
Guardavo l'acqua e ragionavo. Persa nei miei pensieri. Ferma.
"Signorina? Sta bene?"
Una voce maschile mi risveglia dal torpore. Non so quanto a lungo sono stata qui assorta, ma s'era fatto buio.
"Va tutto bene?"
E sembra anche preoccupato. Ma perché si preoccupa per me? Che motivo c'è?
"Signorina, mi sente? Venga via dal bordo. Faccia un passo indietro. Solo un passo..."
Un passo indietro? Bordo? Abbasso lo sguardo verso i miei piedi. Ho l'impressione che il mo inconscio stesse già trovando la soluzione al mio problema: il piede era oltre il bordo del molo. Entrambi i piedi. Stavo su perché il peso del corpo era sui talloni,  ma bastava un piccolo disequilibrio.
Massì, forse è questa la soluzione....
Guardo i piedi, guardo l'acqua. Non so nuotare.
Faccio un respiro a fondo. Inspiro. Raddrizzo la schiena. Faccio cadere la borsa sul molo e mi preparo per fare un passo. Allungo la gamba in fuori e ... una mano mi afferra il braccio e mi tira indietro. Perdo l'equilibrio. Cado distesa sul molo. Gli occhi fissi al cielo. A chiedergli perché.
"Signorina, ma che succede, questa non è mai una soluzione..."
Nel mio campo visivo appare un signore di mezz'età, potrebbe essere mio padre.
"Si tiri su, si calmi, la porto a bere una tazza di tè... il tè dipana i dubbi e chiarisce le idee. E scalda l'anima"
Mi lascio condurre. Ho di nuovo la borsetta in mano. Ma sono muta, cieca e sorda... possibile che il mio inconscio abbia trovato solo quella come soluzione?
"Vede signorina, i problemi non vanno messi da parte e ignorati, vanno affrontati. Non ha senso privarsi della vita, è un dono prezioso, e per quante possano essere le difficoltà una via d'uscita si trova sempre. Ci possono essere dei momenti di stallo, di blocco, di incomprensione di quale sia lo scopo. Ma alla fine tutto si risolve. Tutto trova una sua collocazione nella natura delle cose..."
Ha un'aspetto dolce quest'uomo. Sembra quasi sapere cosa mi passa per la mente. Le sue parole mi fanno lacrimare l'anima.
Abbasso lo sguardo e mi concentro sulla tazza fumante che ho davanti. Scuro e profondo il tè nero rimanda il riflesso dei miei occhi. La superficie si increspa e piccole onde concentriche disturbano la superficie liscia. Una lacrima si è aggiunta al liquido salvifico.
"Brava, pianga... ma ci metta lo zucchero oltre alle lacrime... e una goccia di latte..."
Dicendo così svuota una bustina di zucchero, mi mette in mano un cucchiaino e fa cadere un'abbondante goccia di latte nel mio tè. Le volute di liquido bianco si rincorrono sulla superficie fino a quando il colore si amalgama... è lo stesso colore della mia anima: indefinito.
"Beva un sorso. Vedrà, aiuta. Ora lasci che quel liquido caldo le si diffonda nel corpo. Lo senta pervadere i suoi dubbi, avvolgerli e lavarli via. Nulla dovrebbe togliere il sorriso al suo viso."
Mi sento pervadere da una nuova forza. Le parole dell'uomo vanno ben più in profondità di quanto potessi immaginare. 
La vita è un dono... pure tra le difficoltà.
Il liquido caldo mi risveglia, mi fa sentire viva. Riprendo piano coscienza del mio corpo e di ciò che mi circonda.
Alzo lo sguardo. Incrocio il suo. Sorride. Sorrido anch'io, sentendo l'ultima lacrima percorrermi la guancia.
Grazie. La parola non esce, ma le labbra la mimano.
L'uomo sorride ancora, si alza, fa un leggero inchino. Si rimette il cappello e se ne va.
Resto sola, nel salotto di casa mia. Senza scarpe. Accovacciata sul divano con la tazza di tè fumante tra le mani.
La mente che si snebbia e i pensieri che si dipanano.
Come ci sono arrivata qui?

2 commenti:

  1. e come è venuto fuori sto coso??? :)

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    1. Ecchennesò... :(
      L'ho iniziato e poi si è evoluto cosììììììì..... ufff

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