... e incursioni di Sbronzolo...
...

lunedì 15 gennaio 2018

Otto e trenta

I was wondering where you went...
Le prime parole che mi dice quando mi vede. Nessun "ciao come stai", nessun "ti vedo bene", nessun "mi sei mancata"... e sono passati 3 mesi...

E con la frase un gesto: un dito che mi indica, fa un volo in aria come lo svolazzo di una bacchetta magica che si completa in alto a destra. Il nostro segno per "cosa ci fai con quei vestiti addosso? togli tutto!".
Solo che siamo in pubblico. Siamo al bancone di un bar. Un incontro fortuito e casuale e fortunato... e io non so e non posso resistere a quel gesto. E lui lo sa. Sa benissimo che qualunque cosa mi dica o mi chieda io la eseguo,  sono tenuta ad eseguirla, non posso non farlo... è nella mia natura... la mia natura di sottomessa, la mia natura... quella per cui lui mi ha scelta... quella per cui mi sono allontanata...
Lo fisso negli occhi, lo sfido e subito abbasso lo sguardo alla camicetta mentre porto la mano al primo bottone. Lo apro. Non mi ferma. Alzo il mento, vado al secondo. Lo apro. Si intravede il reggiseno. Raddrizzo la schiena. Apro il terzo bottone. La curva tra i seni è completamente esposta. Il mio balconcino fa il suo dovere e mi offre generosamente allo sguardo compiaciuto del mio Padrone... no, non è più il mio Padrone. Lo guardo negli occhi. La mano scende al prossimo bottone.
"Otto e trenta!"
Si gira e se ne va. Respiro di nuovo.
Richiudo il terzo, prendo il mio Merlot, guardo il barista attonito che ha assistito a tutta la scena "Lo offri tu per lo spettacolo, questo, vero?" mi giro e torno dalle amiche iniziando a sentire il conto alla rovescia in corso nei miei slip...

mercoledì 6 dicembre 2017

Alla stazione

Fuori dal finestrino i campi corrono veloci. Erano secoli che non salivo su un treno e ora sembra tutto nuovo.
Giardini sfilano in una sequenza accelerata "Chissà se il terreno vicino alla linea costa meno?!?" E la mia mente corre.
Non sono lontana. Sto arrivando. L'emozione e l'eccitazione crescono. Presto ti rivedrò, presto mi infilerò nel tuo abbraccio, presto mi perderò nel tuo profumo.
Già so che le tue mani si infileranno sotto il mio piumino, che cercheranno la schiena, la pelle nuda sotto la maglia... e non ne vedo l'ora.
Sento l'aspettativa che cresce. Sento lo stomaco che si stringe. Sento le ginocchia che si ammorbidiscono. La mia intimità che si liquefa...

Il treno rallenta. Guardo fuori. Sei lì. Sulla banchina ad aspettarmi. Composto nel tuo cappotto nero. Le mani in tasca. Guardi dritto avanti. Mi appresto alla porta con il trolley in mano e quando il treno si ferma sono immediatamente in equilibrio sul predellino.
Mi avvicino. Non mi guardi. Il mio sorriso ha ormai invaso tutto il viso e mi fermo esattamente davanti a te. Mi guardi fisso. Occhi negli occhi. Hai uno sguardo come non avevo mai visto: brillante e spudorato, voglioso e carico di aspettativa. Il tuo sorriso si apre in un attimo, le mani vanno alle guance. Mi tieni ferma. "Non resistevo un altro minuto" sussurri.
Leggere le tue labbra sfiorano le mie, senza pesare, senza premere, senza esigere. Un fiore sulla mia pelle, baci gli angoli della bocca.
"Voglio tenere tutto per dopo, ti ho aspettato a lungo, ora voglio gustarti con calma"
Lasci cadere le braccia e mi prendi per mano. Ti giri e a passi lenti e lunghi mi trascini verso l'esterno della stazione...
Lo ammetto... non so se sono delusa o entusiasta: il tuo "gustarti con calma" è più carico di promesse di quanto possano immaginare le mie aspettative.
Non vedevo l'ora di essere di nuovo qui!

mercoledì 7 settembre 2016

Poi non dire che non ti avevo avvertito - II parte

In realtà però ha ragione T. Faccio proprio schifo a fare pompini.
Quella volta col professore... mi viene da ridere se ci penso. O da piangere, non so.
Schiacciata sul muro, il suo corpo contro il mio. Una sua mano sotto la gonna a rovistare nella mia figa. Le sue labbra contro le mie. L'altra mano sul mio collo a soffocarmi leggermente. Stacca le labbra e con la mano sul collo mi spinge giù, per farmi arrivare a livello del suo inguine.
"E ora datti da fare!" aveva detto.
Era quello che mi aspettavo in realtà. Quindi mi ero preparata. Sapevo cosa fare. Ero convinta che non avrei fallito.
Mi sono inumidita le labbra, ho ammorbidito la lingua e ho iniziato a introdurre il suo membro nella mia bocca. Poi mi sono impegnata: ho succhiato, ho tirato, ho spinto, mi aiutavo con la mano, ho accarezzato la pelle, ho spinto il suo corpo contro la mia bocca... e niente, di colpo si è staccato dicendo "Ma non l'hai mai fatto???"
E lì mi sono detta, "son fregata, nessuna possibilità di diventare assistente".
Sono arrossita e ho risposto "ehm... a dire il vero l'ho già fatto, ma c'è qualcosa nella procedura che mi sfugge..."
Si è messo a ridere. "Solo tu puoi chiamarla procedura!!! Dai, alzati. Piegati sulla scrivania e tira su la gonna! Tanto sei la persona perfetta per farmi da assistente e questa tua offerta la accetto volentieri anche se sarà la prima ed unica volta. Non sono interessato a favori sessuali ma ora mi hai fatto eccitare..."

martedì 6 settembre 2016

Poi non dire che non ti avevo avvertito

... queste le parole che mi aleggiavano nel cervello, come un eco.
Erano le parole che mi aveva detto la mia amica T quando le avevo raccontato tutto e quali erano le mie intenzioni.
Che poi intenzioni è una parola grossa... era un'idea, mica un documento programmatico.
Insomma. C'è questo tipo che incontro tutte le mattine andando all'università ... stupendo. Un vichingo. Esattamente quello che desidero, un uomo grande che possa prendermi, alzarmi, avvolgermi...
Quando lo vedo la mente parte. Nemmeno mi vede, ha sempre le cuffiette e quel broncio sexy che solo certi possono avere. I capelli lunghi castani bloccati in una coda. La tuta nera. Corre. So perfettamente dove va: tra la fermata della metro e l'università c'è la palestra, lui va lì, a scolpire i muscoli.
"Domani mi iscrivo" lo dico ogni volta che lo vedo. Ma no, la pigrizia poi ha la meglio, anche perché all'orario in cui lo incrocio io vado a lezione. Tutti i giorni. Che i prof le assistenti le sfruttano, quindi ogni mattina sono lì davanti a questi ragazzi di poco più giovani di me a snocciolare nozioni e fare esercizi. Pensando che di esercizi ne voglio fare, sì, ma di un altro tipo...
"Domani mi do malata, vado in palestra e, caschi il mondo, gli salto addosso" questo era il mio documento programmatico.
Non sono molto brava a pianificare le cose.
"Non fare cazzate. Lo so che sei capace di farlo sul serio, ma non sai chi è, cosa fa, che tipo è, se magari... Chennesò... magari è un prepotente o un maniaco... facci amicizia prima..." mi ammonisce T
"Per cosa? Non voglio sposarlo, voglio capire cosa si prova con un omone così!"
"Sei un'incoscente, lo sai, vero? Potrebbe anche farti qualcosa che ti non vorresti... Ma che parlo a fare che tanto so che farai di testa tua, come sempre, come quella volta che ti sei tolta gli slip per andare a parlare col prof e lui ti ha infilato una mano sotto la gonna e schiacciata al muro !"
"Però è servito! Ora sono la sua assistente, faccio lezione, faccio esperienza e prendo anche lo stipendio!"
"Si, e una volta al mese gli fai un pompino..."
"Ti ho già detto che non lo faccio! Perché continui a prendermi in giro??? È successo solo quella prima volta! Poi abbiamo deciso che avrei lavorato ma non mi sarei più prestata!"
"Seee... se è così vuol dire che i tuoi pompini fanno schifo!  Ad ogni modo, al solito, fai come vuoi. Ma poi non dire che non ti avevo avvertito!"
Già... lei mi aveva avvertita...

lunedì 12 ottobre 2015

... nudo...

Nudo davanti a me.

Non in senso fisico, no… quello non più… nell’anima. Nudo nell’anima.

Mi racconti finalmente molte cose che ti stavi tenendo dentro. Molte cose che ignoravo. Molte cose che forse, tutto sommato non volevo sentire.

Ogni parola, ogni tuo pensiero è un dardo infuocato diretto al mio cuore. Dritto e cocente a distruggere una parte di me.

Sono venuta come amica, con il mio fardello di amore ben impacchettato e messo da parte. Perché di questo avevi bisogno, di me come amica, come confidente, come supporto. E qui sono. Con il mio animo già ferito dai discorsi della settimana scorsa. Dalla rivelazione che tutte le mie aspettative erano solo un castello di carte che tu con un soffio hai distrutto. È per un’altra che sei come sei, così più allegro, così più sereno, così più tranquillo. È un’altra che ti fa sentire bene e in pace. E dicevi che quando stai con me sei in pace. È un’altra che ti fa sentire protetto. E dicevi che quando stai con me sei al sicuro.

È di un’altra che sei innamorato.

E io credevo di essere io la causa del tuo benessere… ne ero convinta… ne ero sicura… me ne avevi dato tutti i segnali… finché… “lei ha detto che vuole provarci”. E a me è crollata la terra sotto i piedi. Ignara di  tutto. E poi stasera mi dici che è più di un anno che c’è lei. Più di un anno??? Ma tu ti rendi conto che io ero qui, che hai continuato ad illudermi e a farmi credere che ci sarebbe stato un futuro per noi? “… io… non ho mai voluto illuderti…” mi hai detto. Però lo hai fatto. E io sto male. Tanto male.

Però stasera sono qui. Avevi bisogno di me, io l’ho capito e sono qui. A farmi male. A sentirti che parli di lei, di come lei si sta comportando, a chiederti se è possibile reagire come sta facendo lei… e un sorriso mi affiora alle labbra… un sorriso amaro, che sa di lacrime, che sa di ferita ancora più profonda, che sa di dolore.

“Forse non te ne accorgi, ma lei si sta comportando con te come tu hai fatto con me. Tu la ami e lei non è sicura. È esattamente la stessa situazione che c’era tra noi…”

“No, è diverso, è un’altra cosa.”

Si, certo. Perché adesso a soffrire sei tu. Ora è diverso.

Me ne vado con il mio cuore stracciato. Quel cuore che ti avevo affidato e che tu, preso tra le mani avevi detto “non ti preoccupare, io ne avrò cura.” Già…

giovedì 6 agosto 2015

... un amante...

Avevo un amante.
L'ho cercato e l'ho voluto fortemente. Lo desideravo. Per un motivo specifico. Per una soddisfazione di un bisogno specifico.
Abbiamo passato un periodo intenso. Ci siamo legati. Fisicamente, come è ovvio, ed emotivamente.

E' stato un turbine. Cose successe, cose fatte. Emozioni forti. Emozioni belle ed emozioni brutte. Molto brutte.
E sentirsi male dentro per qualcosa che è successo. Per qualcosa che si è fatto.

Tante solo le cose che accadono quando ti lasci trasportare. Tante...

Alti e bassi abbiamo vissuto. Il palesamento di un mio sentimento. Il muro di gomma alle domande. Un distacco. Un ritorno. Un desiderio.

E ora? ora chissà.



(direttamente dall'altro blog...)