Buio. Non capisco. Ero …
dov’ero? Ah, si…. ricordo… cacchio che mal di testa!
Di nuovo sono andata a
ballare in quel posto del tubo. Mi ero ripromessa di non andarci più, invece
non ho resistito alla tentazione.
Già… una sessione
intensiva di salsa. Corpi che si muovono a ritmo. Coppie instabili. Un nuovo
partner ad ogni canzone. Sì… mi sono proprio divertita, come ogni volta.
Solo che ora… cazzarola
che mal di testa…
Chissà poi perché in quel
posto fumano così tanto… e non sigarette, che sono vietate, no…
E io fumatrice passiva…. E
ogni volta il mal di testa il giorno dopo.
Beh, forse un’aspirina può
aiutarmi. Allungo il braccio verso il comodino per accendere la luce.
Ehm… dov’è il comodino? La
mano incontra qualcosa di morbido, qualcosa di peloso… sento un mugolio. Uddiu!
Mi sa che non sono tornata a casa mia ieri sera. Devo sforzarmi di ricordare…
“mmmm … sei sveglia???” è
una voce femminile.
In effetti ricordo di aver
ballato con un paio di ragazze. Di gran belle ragazze. Che non hanno trattenuto
le avances tra l’altro.
Sforzati, Gil, pensa… con
chi sei andata via? dove sei andata? e soprattutto… cosa ci hai fatto con
questa ragazza???
“Gil???”
“Si, si… sono sveglia… ho
solo un gran mal di testa… ce l’hai un’aspirina?”
“Certo… nel cassetto, in
bagno.”
Allungo la mano dall’altra
parte: c’è un muro. Ok, vuol dire che per uscire dal letto la devo scavalcare,
va bene… magari guardandola da quella posizione riesce a venirmi in mente
qualcosa.
Scosto il lenzuolo, l’aria
fresca del mattino mi accarezza il corpo nudo.
A mente fredda a pensarci
bene non so nemmeno se nel sesso tra donne si possono prendere precauzioni di
qualche tipo… e se è così… beh, non ne ho prese. E di certo l’aspirina non
basterà.
Mi metto gattoni e mi
accingo a scavallare. È stesa a pancia sotto, il viso schiacciato sul cuscino.
Una lama di luce che viene dal bagno le illumina una ciocca di capelli che
copre gli occhi. Capelli neri, lunghi, mossi, lucidi. Morbidi, me ne rendo
conto spostando la ciocca per vedere il suo viso.
È bellissima. Mara. Si
chiama Mara… ed è veramente uno schianto. Di botto mi torna alla mente tutta la
parte di serata che era sparita.
Stavo ballando con un uomo
brizzolato che era in evidente stato di difficoltà a causa della velocità del
ritmo quando mossa da pietà ho finto di aver bisogno di fermarmi e mi sono
diretta verso il bancone del bar. E lei era lì. Con gli occhi fissati su di me.
“Lo hai schiantato… beh,
posso capire… ho l’impressione che sfiniresti chiunque!”
Così ci siamo messe a
parlare, bevendo un cocktail alla frutta a base di Batida, seguendo un po’ il
ritmo col corpo, avvicinandoci e allontanandoci, allungando ogni tanto una mano
per toccare un braccio o il fianco dell’altra… finché… finché la sua mano ha
spostato una ciocca dei miei capelli e le sue labbra si sono avvicinate al mio
orecchio e hanno sussurrato “Ho voglia di esplorare il tuo corpo… andiamo da
me?”
Allontanandosi col viso il
corpo si è avvicinato e la mano è scivolata lungo il mio corpo fermandosi sul
fianco, tirandolo leggermente verso il suo.
“Andiamo” ho mimato con le
labbra.
Il viaggio in macchina… in
silenzio. La sua mano sulla mia coscia. Poi…
Le sue mani sul mio corpo
a spogliarmi piano. Ogni bottone del vestito un bacio. Il reggiseno che cade
sul pavimento. Le mie mani sul suo corpo. Bello. Sodo il suo seno nella mia
mano. Tondo. Turgido il capezzolo. Un suo gemito quando lo stringo piano. Le
sue mani a infilarsi nelle mie coulotte per sfilarle e stringere forte i miei
glutei e tirare il corpo a contatto col suo.
Strana sensazione i seni
nudi che si toccano. Bellissima sensazione. Eccitante. Le lingue che vorticano
nel desiderio di assaggiare di più.
Nude, abbracciate, le mani
scorrono sulle schiene. Le unghie graffiano piano.
Mara l’avevo già vista
altre volte. Sempre con uomini. Balla come una farfalla. Ma non balla mai con
altre donne. E ora sta ballando con me. A casa sua. Nude.
Si stacca dal mio corpo mi
prende per mano e nel buio del corridoio mi porta in camera da letto. Le
imposte aperte lasciano passare la luce della luna piena che inonda le lenzuola
fucsia.
Conducendomi con la mano
mi invita a salire sul letto. Io ci salgo gattoni e mi porto fino ai cuscini,
dove mi giro e mi stendo allungandomi. Lei sale gattonando lungo il mio corpo.
Arriva alle mie labbra. Mi bacia. “Era da un po’ che ti volevo in questo
letto…”
Oh, sentirlo dire da una
donna è forse ancora più eccitante che sentirlo dire da un uomo.
So, lo sento che sta per
fare quello che normalmente io faccio ad un uomo: baciare il corpo scendendo
fino ad arrivare al sesso… e, oh… i brividi che mi provoca…
Lentamente scendono le sue
labbra lungo il mio corpo. Baci umidi e intensi. Morsi lievi e più forti.
Ciocche di capelli che accarezzano le mie curve.
Fino al suo alito sul mio
pube. Il suo viso sparisce sotto una coltre di capelli sciolti, vedo solo
ciocche di ricci disordinati che si muovono al ritmo della sua lingua sul mio
clitoride. Al ritmo dei miei gemiti di approvazione. Al ritmo delle sue dita
nei miei anfratti. Oh, le dita di una donna… così diversi i tocchi da quelli di
un uomo, così decisi e così delicati… così precisi…
Mi strappa un orgasmo con
facilità, mi ha eccitata con ogni movimento, mi ha ipnotizzata con i suoi
tocchi sapienti. Mi ha scossa di brividi di piacere…
“Hai un buon sapore” dice
con le labbra sulle mie.
E inizia a strofinare il
suo pube sul mio. I nostri monti di Venere sono a contatto. Lisci entrambi.
Depilati. Apre le gambe e si mette un po’ a forbice, continuando a baciarmi.
Con una leggera rotazione dei bacini… non sono più solo i monti di Venere ad
essere in contatto. No. Quasi non ci credo. Le scariche di piacere che arrivano
dal mio clitoride sono incredibili. Gemo ancora, tra le sue labbra. E lei geme
in me, tra le mie. “Vieni ancora” sussurra… “Anche tu…” sussurro io.
E di nuovo un’onda di
piacere mi pervade. E dopo di me, viene lei. Intensamente. A lungo. Un orgasmo
più lungo e più forte del mio.
“Ti invidio” le dico
baciandola e scostando i capelli, accogliendo il suo corpo sul mio, ansimando
un po’ entrambe per il piacere appena provato.
“Perché?” mi guarda
incerta.
“Beh, hai notato la
differenza nel piacere? Il tuo orgasmo…” arrossisco. Nel buio. Non parlo mai di
sesso, mi imbarazza, ma la situazione è talmente lontana dal mio abituale che
mi sembra quasi normale.
Ride di gusto. Ride di me.
“Che sciocca che sei! Ne
hai avuti due! Io prima di averne un altro devo aspettare almeno 2 ore!!!”
“Non ci credo!”
“Prova allora. Provaci a
farmi avere un orgasmo. Io sono fatta così.”
Accetto la sfida, la giro
sul letto e mi metto a cavalcioni su di lei tenendole le braccia sopra la
testa.
“Va bene, ci provo. E se
ci riesco?”
Sorride, sorniona. “Se ci
riesci, stanotte ti faccio impazzire al punto che domattina non ti ricorderai
nemmeno cos’è successo stanotte!”
Beh, io appena svegliata
non mi ricordavo nemmeno di essere venuta a casa di Mara, quindi direi che
forse sono stata brava stanotte…
“Mara? Ti ho fatto venire
stanotte?”
“Non te lo ricordi vero?
Anch’io ti ho fatto venire, Gil. Più volte. E poi ancora. E poi non ce la
facevamo più.” Risponde sorridendo nel torpore del risveglio. “Prenditi
quell’aspirina che ti faccio tornare la memoria!”
Mi sa che ho una nuova
compagna di giochi! Evviva!
sbaglio o qui c'è un cambio di genere?
RispondiEliminatrovi???
Eliminama ogni tanto "è meglio cambiare, né???"
:)