... e incursioni di Sbronzolo...
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martedì 29 maggio 2012

La Piscina


A me piace andare in piscina, e vicino all'ufficio c'è una piscina olimpionica, con anche la vasca per i tuffi e per l'estate c'è una vasca esterna.
Sono tanti i colleghi che per muoversi un po' ne approfittano.
L'azienda è grande, c'è vasta scelta di maschi, per tutti i gusti. Onestamente ce n'è un paio (uno in particolare) con cui quattro capriole le farei volentieri.
Beh, nuotando nella stessa corsia può succedere che ci si tocchi se uno va in una direzione e l'altro nell'altra, e a volte ci si ritrova sul bordo per riprendere fiato.

E' successo così.
Tranquilla, stavo ultimando la mia 25° vasca. Mancava poco alla fine del mio allenamento. Mi basta 1 ora e non sono particolarmente veloce. Solo che quel giorno ero distratta, mi succede a volte di nuotare pensando ai fatti miei, a quello che vorrei fare e a dove vorrei essere. E in quel momento non ero certo in vasca con la testa! Infatti, ancora una bracciata e "Ahia!".
"Oddio, scusa, ero distratta..."
"Tutto ok... mi hai ferito a morte, ma non c'è problema. Muoio qui solo per un minuto..."
Tolgo la mascherina, spalanco gli occhi e lo guardo. E' il mio collega. Che non conosco se non di vista.
Mi guarda e scoppia a ridere.
"Ci hai creduto???”
Ma che ingenua che sono a volte…
E mentre faccio questo pensiero sento una mano sul fianco che si allunga verso la schiena. “A che punto dell’allenamento sei?” mi chiede. “Mi mancano 3 vasche” “Che ne dici di smettere? Ti va un aperitivo? In azienda sei così inavvicinabile…”
Accetto. Usciamo. Io per prima. Sento i suoi occhi fissi sul mio corpo, sul mio culo mentre salgo la scaletta. Mi tocca una caviglia. Un brivido mi percorre la schiena.
“Ti basta un quarto d’ora per la doccia?” “Sì, tranquillo, sono veloce.”
Ho il cuore che batte a mille! Ma che diavolo! Mi sono eccitata perché mi ha toccato una caviglia?!?!
Mi lavo, mi asciugo, mi incremo, mi metto solo un po’ di matita negli occhi, che dopo la piscina sono accaldata e non potrei truccarmi. Sono vestita in un battibaleno. Respiro, mi guardo allo specchio e sono fuori. Lui è lì che mi aspetta. “Non pensavo che ce l’avresti fatta…” e mi mette un braccio attorno alla vita.
“Dove mi porti?” “In un posto che sicuramente non conosci”
Saliamo in macchina. Musica lounge a basso volume, sembra quasi una scena preparata.
Parliamo un po’ dell’azienda, il solito chit-chat, conosci questo, conosci quello, cosa ne pensi di… Nulla di impegnativo, insomma. Prende un telecomando e inizia ad accostare. Lo guardo con aria interrogativa. “Beh, parcheggio, no?!”
Sì, parcheggia. E’ il parcheggio sotterraneo dello stabile dove abita.
Scendiamo e mi indirizza all’ascensore. “Scusa, ma non dovevamo andare a prendere un aperitivo?” “Infatti” risponde.

Entriamo nell’ascensore e preme l’8. Ultimo piano.
Ok che mi piace e che mi sono eccitata solo a sentire il suo profumo in macchina, ma portarmi a casa così! Nemmeno ci conosciamo, in fin dei conti… ma è forse un limite?
Apre la porta, mi fa entrare “Togliti le scarpe, stai più comoda” e si dirige all’impianto stereo. Anche qui, come accende: musica lounge, di nuovo sembra quasi una scena preparata. “Ti va bene un prosecco?” “Sì, grazie” mentre mi guardo in giro va al frigo, prende una bottiglia, la stappa. I bicchieri sono già sul bancone. Dal frigo esce anche un piccolo vassoio con formaggio a cubetti e fettine di prosciutto crudo. Di nuovo è tutto preparato.
“Non vorrei che il vino, dopo la piscina, ti desse alla testa…” dice porgendomi il vassoio.
Lo guardo. Mangio un pezzo di formaggio. “Com’è che sei così ben organizzato?”
Per tutta risposta si avvicina, mi stringe e mi bacia. Il bicchiere che ho in mano oscilla pericolosamente. Mentre le lingue si esplorano la sua mano mi scorre lungo la schiena, arriva al culo e lo stringe, lo impasta, un attimo dopo arriva anche l’altra mano (ma non aveva un bicchiere anche lui?) e con forza attira il mio bacino ad aderire al suo. I respiri si fanno profondi, affannati, le mani si muovono. Appoggio il bicchiere e con una mano gli afferro i capelli sulla nuca. Lo stacco. Per un istante gli occhi negli occhi. C’è il fuoco nei suoi. È completamente diverso. E la bocca va prepotente sul mio collo. Inizia a baciare a mordere e scende, scende… sposta la camicetta e si infila tra il collo e la spalla. Mi sfugge un gemito. Percepisco un suo sorriso. Una mano si stacca dal mio culo e va a slacciare i bottoni della camicetta. Si infila e va ad afferrare il mio seno. Lo stringe piano, dapprima, poi forte, poi abilmente lo fa sgusciare fuori dal reggiseno e scende con la bocca e va a leccare la curva esterna, per girare fino ad arrivare al capezzolo e morderlo voracemente.
“Hai un buon sapore” mi dice lanciandomi uno sguardo mentre con l’altra mano fa sgusciare anche l’altro seno e si sposta a mordere l’altro capezzolo.
Sono eccitata. Sono sempre eccitata quando lo incontro in azienda. È quel tipo di maschio che risveglia i miei istinti, che mi fa venire voglia di spogliarmi, di prenderlo e di offrirmi.
E ora è qui. Perso nei meandri delle mie curve, ha slacciato il reggiseno e si sta dedicando ai pantaloni mentre mi bacia e mi morde…. Ma quante mani ha?!?!
Mi ha liberata di tutto. Resto con gli slip. Fa un passo indietro, si lecca le labbra. Sembra un lupo che sta per attaccare. I suoi occhi scorrono sul mio corpo, dai piedi alla testa. Mi sento accarezzata e soppesata allo stesso tempo. Sembra soddisfatto, perché inizia a spogliarsi mentre mi guarda fisso negli occhi. Resta con un boxer nero. Che non lo copre per niente. Mi lecco le labbra, ho l’acquolina in bocca.
Di nuovo si avvicina e afferra le mie chiappe mentre mi bacia profondamente. Il suo pene in erezione perfetta (e che erezione! e che pene!) spinge con forza contro la mia pancia. I muscoli della sua schiena reagiscono al tocco delle mie mani. Io reagisco al tocco delle sue… Di colpo afferra il mio slip e lo strappa. Mi alza con forza e mi mette a sedere sul bancone della cucina. Mi allarga le gambe e ci si mette in mezzo. Mi tira verso di sé. E si struscia. Quanta voglia ho di questo suo cazzo…
La sua mano mi scorre lungo la schiena, arriva alla nuca e afferra i capelli. Mi stacca da sé con forza. Ho la bocca umida e la lingua che ancora brama la sua. “Lo vuoi?” mi chiede tra il sornione e la belva eccitata…  “Sì che lo voglio” e mentre lo dico già si fa strada dentro di me. Con quello stesso impeto che ha avuto prima nel baciarmi, nello spogliarmi, nello strappare gli slip, così, con forza la sua punta si fa strada dentro di me, una mano sempre a tenermi la testa rovesciata indietro, l’altra a tirare verso di sé il mio bacino. Con prepotenza e un gemito mi entra tutto dentro. A forza. Sono bagnatissima, non oppongo resistenza, lo voglio da impazzire. “Sei stretta… stretta come piace a me… da quanto tempo ti volevo… e sei qui…” mentre dice queste parole nell’incavo del mio collo ha incominciato a ritrarsi e spingere, e ritrarsi e spingere, e ogni spinta con più potenza, e ogni spinta mi toglie il fiato. Se continua così eccitata come sono…
E si ritrae e spinge. Ancora, ancora, ancora…… Non ce la faccio più. Inizio a farmi sentire, non mi controllo più. E lui continua. Lo estrae tutto. Spinge forte, si ritrae e con la spinta successiva vengo.
Quasi un urlo. Un’esplosione. Sono sconquassata. E lui lì. Continua. Imperterrito. Ritrarsi e spingere. Ritrarsi e spingere. Io continuo a godere di questo sfregamento, di questo cazzo che mi riempie e mi fa sentire viva. E arriva un altro orgasmo. Potente, profondo.
“Sapevo che ti sarei piaciuto…” e così viene anche lui, con un basso ruggito sul mio collo.
Ma continua… continua il suo ritmo incessante, non perde consistenza, non perde vigore, continua a spingere… “Oddio! Come fa? Di solito gli altri vengono e ciao, invece lui….” Penso mentre un nuovo orgasmo inizia a montare dentro di me. Sento il calore del suo seme che scivola e lubrifica aiutando lo scorrimento, oddio… lo scorrimento…. “Vengo!” esplodo per la terza volta! La terza volta!!!
Una sua mano su una mia chiappa, l’altra sorregge una gamba… e io incurvata all’indietro, la mano appoggiata al bancone dietro di me…
Di scatto esce, lasciandomi vuota e senza fiato. Odio quando un bel cazzo duro esce da me… lo voglio dentro, non voglio che esca.
Mi tira giù dal bancone “Inginocchiati!” È un ordine, non è una richiesta.
“Ma lo voglio ancora” protesto. “Dopo! Ora giù!” spingendomi le spalle.
Stringendo le cosce più che posso per tenere stretta la sensazione dell’ultimo orgasmo provato, mi metto in ginocchio, davanti a lui, davanti al suo totem… un monumento devono fare! Un monumento a questo cazzo meraviglioso!
Svetta, imperioso, davanti alla mia bocca. Umido. Tumido. Invitante.
Mi lecco le labbra e mi avvicino. Da dove parto, da dove parto, da dove parto…
Tiro fuori la lingua e parto dalla base, davanti a me, dalla base una leccata fino alla punta. Quando arrivo su i miei occhi sono nei suoi. Il suo sguardo… oh, il suo sguardo.
Un’altra leccata. Dalla base fino alla punta…… uno sguardo. E la mia lingua passa sul glande, sulla punta, ci gira in torno, lo accarezza. Le labbra ora, sulla punta, appoggiate, leggermente aperte mentre la lingua velocemente scorre tra loro ad assaggiare. Sento un grugnito di apprezzamento arrivare dall’alto. È il momento giusto. Appoggio piano la mano alla base, lo stringo dolcemente e poi apro la bocca e lo faccio scivolare dentro, stringendo leggermente le labbra. Fino a dove arriva, fino al fondo della bocca. E quanto ne resta fuori! Che cazzo meraviglioso che mi sto godendo!
“Oh, sì! Così!” mentre lo faccio scorrere gentilmente fino a riportare le labbra sulla punta. Poi di nuovo giù. Questa volta uso anche la mano, a segare dal basso. L’altra mano va lì in mezzo alle sue gambe, a stringere piano e massaggiare le palle. E la mia bocca ora è riuscita a scendere un po’ di più. Di nuovo sfilo. Poi lo lecco ancora, dalla base fino alla punta, guardandolo. È eccitato. È sfigurato dal piacere. È quasi al limite della sopportazione. E di nuovo lo faccio scivolare in bocca, giù, fino a dove riesco e anche un po’ di più. Ora è lui che è mio. Sono io che comando. E comincio a scorrere, a dare il ritmo. Giù e su e ancora e la mano sempre lì tra le sue gambe a giocare con questi due gioielli meravigliosi……. E giù e su…. “Mi stai facendo morire! Non resisto più! Ora vengo!”
Un attimo dopo la mia bocca è inondata dal suo sperma caldo mentre continuo ancora a scorrere con il mio ritmo. Tutto sparisce dalla mia bocca e lui tra un brivido e un tremito mi mette le mani sulla testa e si sfila dalla mia bocca. Piano scende in ginocchio. “Sei incredibile!” Mi bacia. Prepotentemente. Profondamente. Ho il suo gusto in bocca. Mescolato al mio. “Abbiamo un buon sapore insieme”
Mi abbraccia, mi stringe, mi bacia, mi impasta. Ho l’impressione che abbia ancora “fame”.
Mi cerca il collo, mordicchia, lecca, bacia. Mi strizza il seno. È frenetico. Vuole tutto.
Mi guarda negli occhi solo un attimo e “Ora non ti lascio più andar via. È venerdì, abbiamo l’intero weekend!”
Qualcosa mi dice che lunedì sarò molto stanca in ufficio…

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie! Ne troverai altri prossimamente, li sto trasferendo qui da un altro posto.
      Per essere stato il primo a commentare meriteresti un premio!

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  2. Racconto molto ben dettagliato spero di avere la possibilità di leggere altre meravigliose situazioni erotiche.Ciao da ROBY

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  3. Sono sicuro che altri racconti saranno per mé il giusto premio e vedrai che sicuramente arriveranno altri commenti

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