“Giada, vieni nel mio ufficio!” Il mio capo. Così sicuro,
così perentorio…
“Eccomi” alza appena lo sguardo per guardarmi velocemente.
“Sotto la scrivania!”
Sorrido, oggi sarà una bella giornata.
Mi inginocchio ai suoi piedi, slaccio la cintura e apro i
pantaloni. Da quando gli ho regalato quei boxer con il bottone davanti, ne ha
comprato uno stock per facilitarmi. Infatti li apro con la stessa facilità con
cui apro i pantaloni… e così non corro nemmeno il rischio di sporcarglieli, con
il rossetto, con la saliva o con qualche altro liquido più o meno denso…
Mi trovo davanti un bel sesso eretto, ora che l’ho
liberato si staglia contro la camicia bianca. Potente e in attesa. Non resisto
mai davanti a questa visione: devo leccare… mordo piano la base, e appoggio la
lingua, con la mano appoggiata sul lato opposto a spingerlo leggermente verso
di me.
Su, su fino alla punta. Arrivo in cima e imbocco piano…
solo il glande.
Come risposta sento un sospiro e una mano si appoggia
sulla mia testa, a farmi capire che va bene quello che sto facendo. Quindi
ripeto.
“Paola? Venga nel mio ufficio!”
Stesso tono perentorio. Perché ha chiamato Paola? Gli do
un morso un po’ più forte.
“Mi dica?”
Sorrido sotto la scrivania. La sta cazziando. Paola. La
più stronza dell’ufficio. Alta, altissima, bionda, capelli lunghi, occhi
nocciola, ciglia da cerbiatto… eppoi,
ce l’ha solo lei. Altezzosa, antipatica e con la puzza sotto il naso. E nemmeno
lavora bene. Pensa di avere ragione sempre lei e di essere più brava in tutto,
e fa di testa sua anche le cose che vanno fatte secondo una certa regola… come
il rendiconto…
Per premiare il mio capo per la cazziata torno alla punta
e ingoio lentamente scendendo lungo l’asta. Sospira. Mi piacerebbe vedere la
faccia di lei…
“Allora, non risponde? Non le avevo detto di chiedere a
Giada come doveva compilarlo?”
“Sì, ma Giada non ha voluto spiegarmi chiaramente come
andava fatto, lei non è disponibile a insegnarmi niente.”
Eh, no! Cazzo! Che stronza! Mordo piano i lati dell’asta.
Non mi sta bene quello che sta stronza sta dicendo, lui deve capirlo!
“Conosco Giada. Precisa com’è le avrà spiegato tutto nei
minimi dettagli. Tra l’altro, com’è che mi presenta il rendiconto oggi, quando
doveva consegnarlo già 3 giorni fa? Lo sa che Giada lo stesso lavoro che lei ha
impiegato 4 giorni per svolgerlo, lo fa in 1 giorno solo?!?”
“Io…”
“Io cosa??? Vuole ancora lavorare per me? Vuole finalmente
imparare ad essere all’altezza di Giada? Giada ha delle abilità che lei neanche
immagina!” con un tono di voce vagamente troppo alto, ho
appena calato la bocca a ingoiare completamente tutta la sua ingombrante
erezione...
Adoro il mio capo! Il suo sesso nella mia bocca viene
dolcemente succhiato e spinto, la mano alla base aiutava il movimento della
bocca sulla punta… sono eccitata al pensiero di essere esaltata in questo modo
dal mio capo. Forse ci scappa un premio.
“Venga al di qua della scrivania!” di nuovo il tono
perentorio. Czzz, mi vedrà…
Sento incertezza nei passi di Paola.
Alzo lo sguardo, mentre la mia lingua è arrivata di nuovo
fino alla punta. In quel momento lei mi vede. È incerta, titubante. Non
capisce, ma forse sta iniziando a realizzare cosa intendeva il capo quando
diceva che Giada ha delle abilità che lei neanche immagina… non si riferiva solo
al lavoro.
“Punizione o prova?”
“Punizione?” un lampo attraversa i miei occhi. La mia
bocca cala sul suo sesso. Lui la fa piegare sulla scrivania e inizia a
sculacciarla, mentre io continuo a dedicarmi a questa fenomenale erezione. Lei
tra una sculacciata e l’altra, respira affannosa e dopo la quarta dice “Basta,
basta, per favore… forse meglio la prova!”
Io mi sposto un
po' sempre continuando a dedicarmi al suo cazzo, leccandolo e mordendolo, e con
una mano prendo la mano di Paola per tirarla giù in ginocchio vicino a me.
Lei mi guarda, si avvicina, io
sollevo lo sguardo e con la lingua spingo leggermente il bel cazzo del capo
verso di lei, porgendoglielo.
Lei tira fuori la lingua e parte
dalla base a leccare fino alla punta, dove trova la mia lingua ad aspettarla e
così ci sono 2 lingue che girano intorno alla cappella, scambiandosi umori,
gusti, sensazioni...
Ma io ormai, so già dove toccare per
far godere il mio capo, quindi mi allontano per vedere lei come si comporta. Ma
sbaglia l'atteggiamento, infatti mi guarda mentre ancora la sua lingua è sulla
punta e un attimo dopo con lo sguardo di chi la sa lunga ingoia tutta la tua
lunghezza.
Vuole dimostrare
che sa spompinare meglio di me... ma quando si tratta del cazzo del mio capo
non ho rivali... lui però la lascia fare...
“Brava Paola ...
vedo che ti stai impegnando... ma anche nei pompini Giada ti supera. Sarai
anche strafiga ma quando si tratta di prendere un cazzo in bocca non vali un
granché. Quindi la tua prova sta miseramente fallendo. Allora adesso Giada
decide una punizione per te. E tu subirai senza reagire se vuoi ancora
lavorare!”
Mi sento bene,
adesso, veramente bene.
Mi alzo in piedi,
alzo la gonna. Come da desiderio del capo non porto mai gli slip e sono
perfettamente depilata. Forse Paola sta iniziando a capire. È ancora in
ginocchio tra le sue gambe. Io mi giro di schiena, avvicinandomi alla sedia, la
scavalco. Il mio sesso è sopra quello del mio capo. Lei è davanti a entrambi.
“Lecca” le dico
“dalle palle al clitoride”
Mi guarda
furiosa. Ma esegue. Il capo approva. Una sua mano è sul mio seno, l’altra dal
fianco, si allunga verso il mio clitoride, tormenta un po’, mi strappa un
gemito e poi allarga le labbra… su questo segnale mi calo lentamente sul suo
sesso. Lei è in prima fila… guarda rapita, ipnotizzata. Io gemo. E inizio a
muovermi su di lui.
La mano di lui va
sulla testa di Paola e la spinge verso i nostri sessi uniti. Lei vinta
dall’eccitazione si mette a leccare, succhiare, baciare, mordicchiare tutto
quello che riesce, ora l’asta di lui, ora le mie labbra, ora il mio clitoride…
impazzita dalla confusione sessuale che si trova davanti, fa di tutto per
appagare se stessa e appagare noi…
Con un ruggito e
uno sconquasso l’orgasmo sgorga dalle mie labbra e si ripercuote con forti
contrazioni sull’asta del mio capo, che un attimo dopo mi sfila di colpo per
venire con tutto il suo orgasmo sul viso di Paola…
Lei, sconvolta,
si allontana da noi. Riprendo fiato toccandomi un attimo il calore umido tra le
gambe.
Mi giro
leggermente su me stessa bacio il capo e sussurro “E’ stata brava… se si
impegna può riuscire. La teniamo?”
Sorride. Il mio
capo ha un sorriso che stende! Ha già capito cos’ho in mente per il futuro di
Paola…
“Va bene, Giada,
la teniamo.”
Splendido esempio di complicità per raggiungere piaceri che sarebbero forse rimaste fantasie????????
RispondiEliminaO forse sono solo fantasie...
EliminaDevo farmi assumere dove lavori tu!
RispondiEliminaPer diventare il mio capo???
EliminaHo vari candidati, sai...
Per diventare il mio capo???
EliminaNon necessariamente! Mi piace l'aria che si respira! Potrei organizzarmi in un'altra sezione, così non ti sentiresti assediata! ;-)