Sempre in viaggio. Sempre in aereo. Sempre in movimento.
Mi piace il mio lavoro. Mi piace parlare le lingue
straniere. Mi piace muovermi in continuazione. Ma a volte sono un po’ stanco.
Ci sono mattine che mi sveglio e mi chiedo se sono nel mio
letto o se invece mi trovo dall’altra parte del pianeta. E non sempre realizzo
all’istante.
Le serate in albergo, poi, sono lunghe. Per fortuna che
ormai c’è la connessione Wi-Fi ovunque, quindi con il mio portatile posso
scegliere se lavorare o svagarmi con qualche video o con qualche blog. Per le
attese in aeroporto… sia benedetto il tablet!
E infatti sono in aeroporto. Trolley a terra, gambe
accavallate, tablet appoggiato al ginocchio. Svogliatamente sfoglio i
quotidiani. Noia. Passo a un blog divertente. Non sono in vena. Meteo locale.
Evviva, ancora pioggia! Potrei… sperando che non mi veda nessuno. Ma sono nella
sala d’attesa business, qui ciascuno si fa i fatti suoi, tutti lavorano. Massì,
dai, vado su Milù, mi leggo un racconto.
Sono immerso a metà nell’ultimo racconto di BlackCat. Mi
piace come scrive, è sensuale e calda senza essere volgare. E’ descrittiva. E’
sexy.
“Anch’io leggo Milù, sai?!”
Un uragano! Un uragano si è scatenato dentro di me, sono
scioccato dall’essere stato strappato dalla lettura. Con un commento del
genere, poi! Beccato in flagranza di reato!
“Prego?” dissimulo
“Dicevo che anch’io leggo Milù.”
Due occhi verde smeraldo si puntano nei miei. Un viso dolce, leggermente abbronzato, circondato da una criniera di capelli mossi castano chiari. E’ giovane. Sarà… mah, non credo che arrivi a 35 anni, ma sbaglio spesso le valutazioni di età.
“Cosa stai leggendo? Qualche autore preferito o hai preso
a caso dalle nuove pubblicazioni?”
Sorride. Un sorriso istantaneo, velocissimo a spuntare su
quelle labbra, gli occhi diventano ancora più luminosi mentre esplode con la
risposta “Sì, certo che la conosco! Scrive bene. Sembra sempre che sappia cosa
desidero che venga dopo… ah ah ah ah”. Ride. Di gusto.
Però è vero. La Gatta scrive così. Descrive così. Ti fa
partecipare. E ti fa eccitare.
Comincia piano, costruisce l’eccitazione per poi esplodere
coi fuochi d’artificio.
Mi ha spesso tenuto compagnia in albergo.
“E tu con che criterio scegli? Secondo un tuo autore
preferito o dalle nuove pubblicazioni?” Mi chiedo cosa deve vedere questa
ragazza in me… Un uomo sui 50, che si presenta sicuramente bene, ma comunque
brizzolato, magro, con un bell’abito sartoriale, oggi un fresco lana grigio chiaro,
che fa caldo. Impeccabile però, con la camicia azzurra e la cravatta azzurra.
Un vero businessman…
“Seguo i titoli delle nuove pubblicazioni. Se c’è qualcosa
che solletica la mia fantasia, allora lo leggo, a prescindere dal genere. Mi
sono trovata a leggere delle schifezze, però, solo perché chi ha scritto aveva
il dono della sintesi e del mistero. Ho i miei preferiti, ovviamente, come
tutti… ma non necessariamente mi limito a quelli, hai visto mai che ci sia
qualche nuova perla, poi…”
L’ascolto, è un fiume in piena.
“Posso chiederti come mai leggi Milù? Sempre che non sia
una domanda troppo personale… sai, non mi capita spesso di potermi confrontare
su questi argomenti…”
Una domanda del genere da una sconosciuta… strano. Ma
tutta la situazione è paradossale.
“Lo trovo eccitante, coinvolgente, stimolante. E mi tiene
compagnia. Tu perché leggi Milù?”
Si avvicina, si guarda in giro con aria circospetta,
abbassa la voce “Per aiutarmi quando mi tocco…”
Resto senza fiato. E’ di una schiettezza disarmante. E’
ovvio che tutti leggono per quel motivo, ma quanti lo confessano così
apertamente?
“Scusa, ti ho schoccato?” mi chiede preoccupata.
“No, tranquilla… pensavo… sei… aperta.”
“Beh… devo nascondere la verità? Sarebbe stupido. Come se
tu cercassi di negare di essere eccitato. Quello che ignoro è se lo sei per il
racconto che stavi leggendo o se lo sei per me.”
Dicendolo lancia uno sguardo al mio grembo. Pensavo di
dissimulare abbastanza bene, tra tablet e giacca, ma evidentemente fatico a
contenere la mia esuberanza… in special modo con un concentrato sexy seduto al
mio fianco che si sporge in continuazione verso di me lasciandomi intravvedere
lampi di seno nella scollatura della camicetta.
“A che ora hai il volo?”
“Alle 16, ho una coincidenza che fa schifo… devo aspettare
qui ancora tre ore.”
“Io parto alle 16.30. Ho letto su una brochure che le sale
d’attesa della business hanno delle camere dove è possibile dormire. Per me è
la prima volta in business, ma qualcosa mi dice che tu ci sei avezzo. E’ una
storia vera o una leggenda metropolitana?”
“E’ vero.”
“Bene!”
Si alza, afferra la borsa e va dall’hostess. Confabulano
un momento e poi riceve una chiave e un’indicazione.
Si gira verso di me, alza la chiave e la fa dondolare
facendomi l’occhiolino.
“Andiamo? Non vedo motivo di sprecare queste tre orette…”
Mi alzo in tutta fretta. Afferro le mie cose, mentre la
mia erezione diventa ancora più esuberante e la seguo nel corridoio delle
camere.
Mi precede. Lascia cadere tutto appena entrata, e si
spoglia in un attimo. Nuda, davanti a me. Fa una piroetta.
“Piace?” chiede maliziosa.
“Certo che piace!” rispondo lasciando andare tutto sul
pavimento e iniziando a sgusciare fuori dai vestiti. Lei mi aiuta finché, nudo
anch’io, fa un passo indietro ed esclama “Piace eccome!”
L’istante dopo i nostri corpi sono intrecciati in un bacio
esplorativo che non si limita alle lingue, sono le gambe, le braccia, tutto il
corpo che esplora il corpo dell’altro.
Ci ritroviamo stesi sul letto, lei sotto, il mio corpo
premuto al suo, la sua mano tra i nostri corpi. Con facilità e semplicità entro
in lei. Una posizione quasi banale, la missionaria, se non fosse che è così
naturale, così completa. Il mio sesso la penetra con facilità provocando un
gemito sordo dalla gola di lei, che appoggiate le mani al mio fondo schiena
inizia a oscillare il bacino in sincrono con i miei movimenti. E’ facile, è
accogliente, è dolce. Ha un seno, che viene voglia di morderlo. Ma non voglio
mordere. Voglio godere. Voglio sentirla godere. Voglio sentirla fremere. Così
accelero il ritmo e il suo corpo reagisce. Inizia ad alzare il volume, il suo
respiro accelera, dalla sua bocca escono una serie infinita di “sì”, di “oh”,
di “così” che mi verrebbe da chiedermi se sta fingendo… ma d’un tratto si
inarca, si irrigidisce ed esplode un forte e intenso e lungo aaaahhhhhhhhh
accompagnato da violente e incontrollate contrazioni dei muscoli vaginali… non
stava fingendo… un attimo dopo arrivo anch’io. Dentro di lei, come un fiume, do
libero sfogo alla mia eccitazione. Quindi mi lascio andare a fianco a lei su
quel piccolo lettino.
“oooohhhh, grazie…. Ne avevo proprio bisogno… quindi era
per me l’erezione?”
“Era per te, sì, e se mi dai cinque minuti, ti posso
assicurare che ne arriva un’altra.”
“Sono una donna paziente… se questa è una promessa… però…
lasci stare sopra me. Tu ti siedi appoggiando la schiena e io ti cavalco… Mi
piace stare sopra in questo modo…”
“E’ quello che mi ha confessato anche la Gatta una volta
che le avevo scritto…”
“Lo so… ma non è che lo dice a tutti…”
“Lo sai? Cosa intendi?”
Sorride, sorniona. Mette una mano sul mio inguine. Inizia
a massaggiarlo. Non mi da i cinque minuti, mi vuole prima…
“Dai, cosa intendi? Dimmelo…”
Mi fa sedere con la schiena contro la spalliera. Mi sale
sopra. L’erezione è ormai completa grazie anche alla vista in primo piano del
suo sesso aperto e del suo seno morbido. Con cautela si infila. Si infila su di
me. Geme. Guarda il soffitto… di nuovo quel gemito roco, dalla gola…
Le mie mani sui suoi fianchi. Si solleva un po’, si
scuote, vibra, e torna a scendere. E geme.
Poi mi guarda. Ripete il movimento. E continua, continua…
Si gode il mio sesso, si agita leggermente per farlo premere sulle pareti del
suo. Contrae i muscoli, per aumentare la mia stimolazione. Si piega in avanti a
baciarmi. E continua a salire e scendere, sempre allo stesso ritmo,
imperterrita…
“Cosa intendi?” tra un sospiro e l’altro riesco ancora ad
avere la lucidità per continuare con la mia richiesta… ma lei non si ferma, io
non ho voglia di fermarla, mi piace quello che sta facendo, quello che stiamo
facendo. Allungo la mano, vado a titillare il suo clitoride. Ha un contro
spasmo, spalanca gli occhi e guardandomi dice “Continua così, sì, proprio lì….”
E inizia ad accelerare… non credo che riuscirò a stare al
suo ritmo ancora a lungo, ma voglio darle tutto quello che desidera, questa
donna è incredibile, fisica, affascinante…
“Cosa intendi?” ancora una volta. Non risponde, accelera,
accelera ancora un po’ finché di colpo trema e si contrae. Il secondo orgasmo è
arrivato, ma non si ferma, vuole che venga anch’io, ma non resisto, è così
bella quando gode, che la seguo a ruota…
Infine si piega su di me, abbracciandomi. Entrambi con il
fiato corto ci mettiamo qualche minuto a riprenderci. Poi raddrizza la schiena.
E dall’alto della sua posizione mi guarda fisso negli occhi.
“Vuoi sapere cosa intendo?… io sono la Gatta…”
“Beh, allora questa è la più fortunata coincidenza che io
abbia mai preso…”
Un'incontro casuale che si trasforma
RispondiEliminacon reciproca intesa in un perfetto momento di
passione oltre ogni limite.
fazzoletti sempre pronti e VIAAAA.