Sesto capitolo del quattromani con Sbronzolo.
In Team
La penna cade sul tavolo, pesante come mai. Gli occhi
arrossati dalla troppa esposizione al monitor. Cazzo, non sapevo avrei dovuto
sgobbare così!
Gaia è un capo esigente...ma sono stato bravo. Professionale e integerrimo: mai
più esagerato come il primo giorno. Lei apprezza il mio estro creativo e mi
lascia spazio.
Il suo capo, che è anche il mio, pare contento del nostro lavoro. Ettecredo,
abbiamo chiuso due campagne in due settimane! Attendiamo i dati di
ascolto....di penetrazione. Mentre penso, alla penetrazione, mi spunta un
sorriso sulle labbra....
Mi piace lavorare in team con la sua squadra, mi piace soprattutto quando mi dà
corda e non sta a questionare sui dettagli: odio i dettagli, sempre odiati...
Adesso discesa, una settimana discesa...solito tran tran e preparazione
cataloghi, quisquilie...
"Domani tienti libero: nuova campagna da chiudere. Ci aspettano a Milano
alle 20,00. Partiamo dall'ufficio alle 17,00", mi sboccia naturale la
sequela di parolacce al seguito della mail ricevuta.
"Ok mi organizzo", digrigno i denti, assorbo il colpo e digerisco la
notizia. Chissà come la metabolizzerà mia moglie.....sente parlare un po'
troppo del mio capo.
Inappuntabile la attendo con l'auto aziendale già indirizzata verso la capitale
morale....zaino nel baule con cambio casual. Col cavolo che resto vestito come
un pinguino più del dovuto. Gaia arriva trafelata con la borsona in mano, il
cellulare nell'altra e il pc a tracolla. Non riesce mai ad essere easy la
ragazza: troppo tesa, operativa, carica....eccheccazzo va a pile!
Sale e la telefonata prosegue. Sono stronzo: lei telefona, io accendo una
sigaretta! Le dà un fastidio cane, lo so. Ma lei che neppure saluta? Così
impara! Abbasso il finestrino per non asfissiarla. Mi guarda
furente......spegni il telefono stronza...il significato del mio sorriso, adoro
stuzzicarla!
Chiudo la chiamata “Ma che stronzo che sei! Lo sai che odio il fumo!”
“E tu? Nemmeno saluti, oltre a continuare a telefonare!”sorride
“Mica gioco, io, sai?!?” Se la serata comincia così… sono cazzi. “Senti,
stasera dobbiamo essere una squadra, strafighi, superproattivi e supermotivati!
Lasciamo perdere queste cazzate, ok?”
“Sei nervosetta, eh?”
“Fanculo, Franco!”
La sua mano si allunga sulla mia coscia mi guarda fugacemente e con un tono
accondiscendente ma dolce aggiunge “Saremo una squadra, non ti preoccupare…”
La mano però non si sposta dalla mia coscia. Anzi,temporeggia. Le dita giocano
con il tessuto leggero del vestito. E lo alzano…piano. Fino a scoprire la
coscia. Calde sulla mia pelle. Una scarica di adrenalina, queste dita. Cazzo!
Due settimane! Erano due settimane che non mi sfiorava neanche. Pensavo che
fosse passata… invece il semplice contatto delle sue dita mi sta facendo
eccitare.
Piccoli cerchi sulla mia pelle. Si spostano, un po’ più su,un po’ più giù… verso
l’interno della coscia… sale piano… torna all’esterno…
Quest’indecisione mi sta uccidendo.
“Sappi che se non ti fermi subito a una piazzola, ti faccio un pompino mentre
guidi!”
Quando si dice fortuna… c’è un’area pic-nic…
So che pensate: lo faccio per lei! Lavora meglio quando è rilassata e niente è
meglio di un orgasmo prima di un incontro d'affari. Io no. Se vengo, mi viene
il rigetto alla concentrazione, all'attenzione, all'operosità...
L'area di sosta è un viavai di camionisti e auto: scendere dalla macchina
nemmeno per idea. Pensa, pensa, pensa....
Accosto nell'area delle soste lunghe, nell'angolo più lontano dall'accesso.
reclino leggermente il suo sedile...
Mi volto verso il suo corpo, sorridendo della sua voglia.....distende le cosce,
nervosa e all'erta mentre della sua gonna faccio cintura...
"Non rompermele ancora!", rapida toglie il piccolo indumento.
Morbida, depilata, gonfia, leggermente dischiusa. Pulsante nell'attesa, il mio
dito dolce carezza le labbra luccicanti del suo languore.
Reclina arresa la schiena sul sedile incurante del luogo in cui siamo ed in
attesa del mio massaggio.
Le dita percorrono calme tutto il contorno del suo sesso, sospira.
Le dita cercano il piccolo bottone che si erge sulla sommità, indurito, bagnato
ed attento ad ogni tocco.
Le dita ignorano la mia potente erezione e si dedicano al suo solo piacere.
Le dita penetrano il piccolo fiore arrossato, il pollice gioca con il
clitoride.
Le dita esplorano e tastano il suo calore, geme e agita i fianchi.
Le dita muovono rapide e costanti, ravvicinati sospiri accolgono il loro
vibrare.
Le dita la fanno godere, corro con la bocca alla sua per raccogliere
l'orgasmo....
"Volevo farti io un pompino........grazie, è stato bellissimo",
rilassata e con gli smeraldi lucidi.
"Non temere che me lo segno.....", un sospiro accarezza il bacio.
"Ora andiamo che non vorrei arrivare in ritardo....", aggiungo in un
sussulto di responsabilità. Io, responsabilità !?! Gaia mi sta corrompendo
troppo in questo...acc.
La macchina lenta si insinua nel traffico autostradale con il suo sesso ancora
esposto ai miei occhi, attende a ricomporsi....che splendida visione...darò
certo il massimo per quanto sono in tiro!
Accendo una sigaretta certo che la cosa non la disturbi poi troppo ora....
Come in ogni Tuo racconto il risultato finale non cambia mai 5 contro 1 e via più veloci fino alla classica schizzata
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