“Ti va di stare in casa stasera? Ordiniamo una pizza,
magari…” dico uscendo dal bagno con ancora i capelli umidi.
Mi guardi sorpreso. T’ho colto alla sprovvista.
Sono venuta a trovarti perché volevo te. Ti ho avuto. Ti
ho assaggiato. Mi hai assaggiato. Ci siamo appagati. Ma mi hai fatto anche da
guida turistica. Questa città non la conoscevo bene, conoscevo parti di lei,
come tutti, e tu mi hai fatto vedere anfratti nuovi, zone che i turisti non
frequentano, panorami… Bello. Bellissimo. Anche se della città mi interessava
poco. Mi piaceva stare con te. Sarei stata anche solo seduta su una panchina
della stazione pur di stare con te.
E mi hai portata a cena fuori. In posti deliziosi e fuori
mano. Mi hai fatto il tour by night e al ritorno a casa mi hai soddisfatta
ancora. E ancora. E ancora…
I nostri pranzi sono stati frugali e semplici. Hai
cucinato tu. Soddisfatto di poter nutrire il mio corpo dopo aver nutrito la mia
anima per tutta la mattina.
Ma stasera…. Stasera voglio fare finta di essere tua da
sempre e per sempre. Ma non te l’ho detto. Non te lo posso dire che straccerei
il biglietto del ritorno, che resterei con te per sempre, che mi hai fatto
sentire una regina, una dea, il centro del mondo… no, non posso dirtelo. Allora
ti chiedo di restare a casa.
Mi guardi, alzando gli occhi dalla pentola del sugo che
stai curando per il pranzo.
“Stai male? Sei stanca?”
“No, va tutto bene. Solo ho voglia di stare tranquilla.
Con te. Accoccolarci sul tuo divano rosso, bere un goccio di rum e passare la
serata così, ascoltando un po’ di reggaeton o guardando la tivù” e mentre lo
dico mi avvicino a te, accarezzo la schiena e incollo il mio corpo al tuo,
stampandoti un bacio sulla spalla e abbracciandoti. Mi piace abbracciarti
mentre fai cose normali. Fa sembrare normale il mio essere qui.
“Certo che possiamo stare a casa stasera! Ma oggi
pomeriggio non vuoi uscire? Stiamo qui?”
“Hai paura di annoiarti con me in casa?”
“Non mi annoierei mai con te in casa, piccola, troverei
sicuramente qualcosa di interessante da fare” e dicendolo ti giri spostandomi
verso il tavolo, afferri una mia coscia alzandola, l’altra mano alla nuca per
piegarmi indietro la testa per facilitare un bacio profondo e intenso che
accompagna un’altrettanto intensa spinta del tuo bacino sul mio. Il tuo sesso
eretto spinge prepotentemente contro il mio. Sempre eretto tu. Sempre bagnata
io. C’è questa incredibile alchimia, basta che siamo a pochi centimetri…
Ti allontani leggermente, con due dita mi allarghi le
labbra, gemi soddisfatto della situazione che trovi, e poi affondi
completamente in me, ancorata alle tue chiappe con tutte e due le mani,
trattenuto a stento un grido di soddisfazione, esploso nella tua bocca…
Che bello essere qui. Nella tua cucina. Appena lavato via
dalla pelle l’odore del sesso, già pronti a metterne su di nuovo…
L’asciugamano mi cade di dosso. Scopre il mio corpo,
offrendoti nuovi più comodi appigli, rotondità lisce da gustare, da afferrare.
Ti sfilo la maglietta per godere del contatto della tua
pelle calda. Sempre calda. Come le tue mani. Sempre calde. Mie…
Intanto i nostri corpi continuano la loro danza. L’amata
fusione di te e me continua e pervade. Il mio culo sul tavolo apparecchiato,
che a ogni spinta sbatte contro il muro. Un tintinnio di posate, preparate
troppo vicine. Il vino che oscilla nella brocca.
Le tue labbra fameliche sul mio collo, i tuoi denti a
lasciare un segno. Il mio viso girato verso il soffitto a labbra aperte a
rilasciare sospiri e gemiti ad ogni spinta, ad ogni affondo, ad ogni intensa
fusione dei nostri corpi.
Più ti ho più ti vorrei. Pensavo fossi un cibo di cui
avevo bisogno di togliermi la voglia per sentirmi poi sazia e appagata. Invece
sei come una droga, più ho di te più ne voglio. Non smetterei di averti. Avremo
fatto l’amore un milione di volte da quando sono arrivata e ancora non mi
basta. Ancora ti voglio, ancora ne voglio, ancora te su di me, dentro me, sotto
me, sopra me… tutto! Voglio tutto di te. Voglio tutto da te. Ho paura che non
sarò mai sazia. L’unica cosa che ci interromperà sarà la mia partenza.
Inderogabile, inevitabile… insopportabile.
Per questo stasera voglio semplicità, tu, io, rum, divano…
e sesso. Perché quello so che non mancherà. Voglio fare il pieno di te,
riempirmi di emozioni, di sensazioni, di benessere. Fare la scorta per i tempi
bui che poi arriveranno sicuramente quando sarò andata via da qui.
Tu, io,
rum, divano…
sicura che hai fatto bene a ripartire??? :)
RispondiEliminadici che per licenza narrativa è meglio se mi fermo da lui? ma chi ci crede più al "vissero felici e contenti"?!?!?!?
Eliminanon per licenza narrativa!!!!
EliminaMolto emozionante....
RispondiEliminaGrazie, Inneres, seguo la corrente interna...
EliminaSplendido! E' questo che mi piace del tuo modo di scrivere Tiger! La capacità con cui riesci nel modo più semplice possibile, a coinvolgermi nei tuoi racconti! L'erotismo dolce che trasmetti, la voglia reciproca, mi fanno vivere ogni volta la scena, e ogni volta mi ritrovo sempre a fine racconto con un sorriso da ebete che si è immedesimato nella lettura. In quei 5 minuti di lettura, mi isolo dal mondo, con la consapevolezza che alla fine per quanto la giornata possa essere stata difficile, mi sentirò meglio!
RispondiEliminaGrazie
Grazie a te Alberto!
EliminaCavolo.... mi hai fatto un complimento incredibile!
Sai... anch' io alla fine della lettura ho lo stesso sorriso da ebete...
Però confesso che questo racconto è un po' speciale, per quello fa questo effetto.
Grazie ancora! :D
E' da un pezzo che ti seguo :) anch'io scrivo o meglio ci provo... pubblico su milù se ti interessa...
EliminaSono lusingata...
EliminaSo che scrivi. T'ho anche letto. Mi hai già scritto... :P
Onorato che ti ricordi di me:P
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