Gli
shorts femminili nel mondo sono una moda estiva, a Cuba diventano
arte. Normalmente in jeans, talmente attillati da apparire cuciti a
pelle. Di ogni misura: extra large, modello culo che fa provincia;
small, per culetti a cui manca solo la parola tanto sembrano vivi e
mobili...
... e incursioni di Sbronzolo...
...
venerdì 14 dicembre 2012
giovedì 13 dicembre 2012
lunedì 10 dicembre 2012
La Isla
Cullato
dal lento movimento dell'amaca e rinfrescato dal venticello
pomeridiano, lascio i pensieri fluire liberi...
Il
destino ironico e beffardo ha sconvolto la mia vita: rivoltata come
un calzino. In bene o in male? Troppo presto per esprimere sentenze.
Troppo rilassato ora per subirne le ansie.
Compagno
fedele, professionista rampante, cittadino responsabile ed
informato...ho mollato tutto. Oddio, non proprio mollato: lei mi ha
lasciato con concrete e giuste recriminazioni, il lavoro mi è
franato sotto i piedi e la responsabilità civica l'ho sepolta in
giardino. L'informazione poi, nemmeno so che giorno della settima è
oggi!
Il
lento e annoiato rumore delle cicale è unica musica del mio tornare
agli eventi che mi hanno portato ad ondeggiare sotto queste
palme......
"Cazzo
Franco! Ci sei, sei sul pezzo!? Dobbiamo raggiungere il budget, ne va
della classifica, degli incentivi, del nostro ruolo in azienda",
il mio capo. Classico animale dotato di un agonismo secondo solo alla
capacità di sacrificio. Ogni atomo della sua vita è lavoro. Per
carità, è una scelta. Sua, non mia. Ecco il nodo gordiano: vuole
impormi la sua scelta da sempre, da quando collaboriamo. Ci prova
lui, resisto io, in quello che è il nostro gioco di "tiro alla
fune". Un buon capo, ma afflitto dal peccato originale di
considerare unicamente la sua visione.
venerdì 7 dicembre 2012
Freddo
Sono pronta… ho gli scarponcini, il maglione di lana grosso…
E sotto niente.
Lui ha voluto così.
Fa un freddo cane fuori, e io ho le gambe nude, ho la pelle
d’oca. La parigina di lana tirata su fino oltre il ginocchio. E il maglione che
mi copre appena il sedere. Si vede appena l’ombra scura a triangolo di dove le
chiappe si uniscono alle gambe.
Il piumino che ho messo sopra al maglione mi arriva al
ginocchio. Chi mi guarda penserà che ho una minigonna sotto, o un maglione di
quelli lunghi che si usano adesso… e invece no…
Cammino a passi svelti. Sento il freddo sulle cosce. Sento
l’aria lambire il mio sesso nudo, depilato.
Ho i brividi. Ma non so se sono per il freddo o per
l’eccitazione.
Con le mani in tasca mi faccio largo tra la gente, spingo
per passare in questa bolgia del mercatino di Natale del sabato pomeriggio. Lui
mi sta aspettando là in fondo, al chiosco delle crepés.
Lo vedo. Nel suo giaccone di montone, guarda verso di me,
con il cellulare in mano. Mi fa un cenno e con la bocca mima un “apri”. Mi
avvicino ancora un po’, e soddisfo questo suo desiderio. Abbasso la lampo del
piumino e lo apro. Lo vedo a tratti, coperto dalla gente, è come essere in discoteca
con la luce stroboscopica: un attimo lo vedo, un attimo no, ed ogni volta la
sua espressione cambia. La bocca si allarga piano, gli occhi sorridono. La mano
che tiene il cellulare si alza. Guarda lì un attimo e comincia a scattare. La
gente che incrocio mi guarda perplessa: fa freddo che motivo avrei di aprire il
giaccone. Mi muovo come le modelle, allargo il piumino e lo tengo aperto. Si
vedono le cosce nude, il calzettone sopra il ginocchio, un lampo della pelle
del mio triangolo carnoso… Un paio di ragazzi incrociandomi abbassano lo
sguardo a cercare, a frugare la mia nudità. Poi arrivo da lui. Ha riposto il
cellulare in una tasca e mi aspetta a braccia aperte. Mi rintano tra quelle
braccia. Il mio rifugio. Il mio nido. Appoggio la testa al suo petto.
“Sei stata brava, coraggiosa. Eri bellissima. Sei bellissima”
Lo dice ai miei capelli, al mio collo. E mi bacia sulla
testa. E mi stringe a sé.
Ora non ho più freddo…
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