... e incursioni di Sbronzolo...
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venerdì 7 dicembre 2012

Freddo


Sono pronta… ho gli scarponcini, il maglione di lana grosso… E sotto niente.
Lui ha voluto così.
Fa un freddo cane fuori, e io ho le gambe nude, ho la pelle d’oca. La parigina di lana tirata su fino oltre il ginocchio. E il maglione che mi copre appena il sedere. Si vede appena l’ombra scura a triangolo di dove le chiappe si uniscono alle gambe.
Il piumino che ho messo sopra al maglione mi arriva al ginocchio. Chi mi guarda penserà che ho una minigonna sotto, o un maglione di quelli lunghi che si usano adesso… e invece no…
Cammino a passi svelti. Sento il freddo sulle cosce. Sento l’aria lambire il mio sesso nudo, depilato.
Ho i brividi. Ma non so se sono per il freddo o per l’eccitazione.
Con le mani in tasca mi faccio largo tra la gente, spingo per passare in questa bolgia del mercatino di Natale del sabato pomeriggio. Lui mi sta aspettando là in fondo, al chiosco delle crepés.
Lo vedo. Nel suo giaccone di montone, guarda verso di me, con il cellulare in mano. Mi fa un cenno e con la bocca mima un “apri”. Mi avvicino ancora un po’, e soddisfo questo suo desiderio. Abbasso la lampo del piumino e lo apro. Lo vedo a tratti, coperto dalla gente, è come essere in discoteca con la luce stroboscopica: un attimo lo vedo, un attimo no, ed ogni volta la sua espressione cambia. La bocca si allarga piano, gli occhi sorridono. La mano che tiene il cellulare si alza. Guarda lì un attimo e comincia a scattare. La gente che incrocio mi guarda perplessa: fa freddo che motivo avrei di aprire il giaccone. Mi muovo come le modelle, allargo il piumino e lo tengo aperto. Si vedono le cosce nude, il calzettone sopra il ginocchio, un lampo della pelle del mio triangolo carnoso… Un paio di ragazzi incrociandomi abbassano lo sguardo a cercare, a frugare la mia nudità. Poi arrivo da lui. Ha riposto il cellulare in una tasca e mi aspetta a braccia aperte. Mi rintano tra quelle braccia. Il mio rifugio. Il mio nido. Appoggio la testa al suo petto.
“Sei stata brava, coraggiosa. Eri bellissima. Sei bellissima”
Lo dice ai miei capelli, al mio collo. E mi bacia sulla testa. E mi stringe a sé.
Ora non ho più freddo…

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