“Ho un regalo per te”
Così mi hai detto al
telefono. Festeggiamo l’anniversario, qualcosa me l’aspettavo. Ma mai avrei
creduto…
Imbarazzata e contenta ero
già organizzata. Già… ingenua… ti avevo comprato quell’orologio che ti piace
tanto, cronometro con tutte le funzionichessoio, lo guardavi sempre in tutte le
vetrine, era facile scegliere il regalo giusto.
“Ti vengo a prendere al
lavoro, passeggiatina, aperitivo e poi a cena.” Questi tuoi programmi lineari e
semplici mi fanno impazzire, perché so che non ci sarà assolutamente nulla di
lineare e ordinario nel programma. Mi stupisci sempre. Mi diverti sempre. Mi
lasci semplicemente senza fiato.
Così mi sono preparata
come piace a te. Un po’ sbarazzina, capelli sciolti, corpo liscio.
“Sei splendida!” sai quanto
mi piace quando mi fai i complimenti. Adoro riceverne anche se mi schernisco
sempre. Fin da ragazzina mi sono sempre sentita come il brutto anatroccolo… ma
da quando ho te sto diventando cigno.
Facciamo un lungo giro con
la macchina, andiamo in un a zona di mare ad annusare l’aria salmastra. Mi
siedo su una bitta e mi tolgo le scarpe. Godo del vento del cambio di marea: si
porta dentro questo profumo di vita che mi entra nell’anima e mi fa sentire
viva. Tu mi giri intorno. Hai la tua fedele macchina fotografica e mi riprendi
da tutti gli angoli.
“I tuoi capelli con questa
luce…” già, il sole di sbieco crea riflessi e colori che in altri momenti non
esistono e io mi beo di essere il centro del tuo mondo. Mi fai sentire
desiderata, venerata… tranquilla.
Nella piazzetta del paese
ci sono già i primi turisti anche se la stagione non è iniziata, e i vari
locali e bar con tutti i tavolini fuori fanno le prove per la prima ondata di
vacanzieri. La maggior parte degli avventori è maschile, una cosa misteriosa, e
io sento mille occhi concentrati su di me. Sarà che ho una strana luce negli
occhi quando sono con te, o saranno questi capelli sciolti che con il vento non
stanno fermi ad attirare l’attenzione.
Ci sediamo, ordiniamo. Io
un succo di mela, il mio preferito, e guardiamo il panorama.
Il tuo cellulare vibra.
Leggi, sorridi, rispondi. “Bene” commenti, chiudi e lo metti via.
“Che cosa bene?”
“Nulla… la tua sorpresa…”
e di nuovo si allarga il sorriso sul tuo viso mentre mi guardi con la testa un
po’ inclinata. “Andiamo?”
Un po’ controvoglia mi
alzo e prendendoti per mano mi faccio condurre. Come sempre. Mi affido.
“Dove andiamo?”
“Vedrai”
Pochi minuti e siamo
davanti ad un albergo, moderno, ristrutturato di recente. I turisti qui sono
l’unica fonte di reddito e bisogna trattarli bene.
“Ho una prenotazione” dici
alla receptionist. Ovvio… vuoi bearti di me… un po’ me l’aspettavo, ma forse
non prima di cena…
La voglia di approfittare
dei nostri corpi è tanta. Siamo rapidamente nudi sul letto a strusciare i
nostri corpi insieme. Mi guardi, poi ti giri e ti stendi a pancia in giù. Non
so fare massaggi ma mi piace toccarti. E tu ti porgi a me. Con tutto il corpo
ti tocco, con le mani, con le braccia, con i capelli, con il seno, con il
sesso… il mio corpo sta massaggiando il tuo. Le mie labbra assaggiano ogni
centimetro. Poi ti giri, metti le mani sotto la testa e mi guardi. Io riprendo
il mio massaggio speciale. Ogni centimetro del tuo corpo riceve le mie
attenzioni, ogni millimetro di pelle viene toccato o baciato. A occhi chiusi ti
godi le mie attenzioni. Poi da ultimo, con dolcezza, arrivo al tuo sesso. Gli
riservo lo stesso trattamento, lo bacio, lo accarezzo… poi lo lecco… con calma,
dalla base alla punta, più volte, prima dolcemente poi premendo… reagisci,
rispondi, cresce…
La punta sparisce tra le
mie labbra che stringono e se ne prendono cura. La lingua gioca con la carne
morbida così in contrasto con l’asta, mi ha sempre affascinato. Sollevo lo
sguardo, mi guardi di sottecchi, sorridendo. Affondo su di te, ti strappo un
gemito prendendoti tutto in bocca… tutto... beh, quanto possibile. E mi dedico
a darti piacere, con le mani appoggiate sui tuoi fianchi e la bocca che si
occupa di tutto.
I miei movimenti variano,
un po’ stringo, un po’ lecco, un po’ scivolo… la saliva ti ha ricoperto e cola
dagli angoli della mia bocca imperlando i pochi peli alla base dell’asta.
“Siediti su di me…”
sussurri “… girata…”
Passo a cavalcioni, ti
offro la visione del mio culo, e con una mano ti guido dentro di me. E il mondo
ha tenuto il fiato.
I movimenti si fanno
fluidi. Scivolo attorno a te con dolcezza. Su e giù.
“Alzati e lasciati
cadere…”
Il ritmo aumenta, i gemiti
si fanno più forti. Alterno lenti dondolii su di te a queste piccole “cadute”,
la mia eccitazione sale sempre di più e il piacere è sempre più intenso…
“Godi… ma non farmi
venire…” dici tra un gemito e l’altro, affondando dentro di me con spinte dal
basso mentre con un pollice stimoli la mia rosellina e piano la violi. Poi un
dito a seguire il movimento, poi due. Il mio corpo reagisce regalandomi
scariche elettriche e portandomi sempre più vicina a quel piacere che tanto
agogno.
Raddrizzo il corpo. Dritta
su di te e poi inclinata in dietro. Ti porgo la schiena e tu allunghi una mano
a strizzare un seno. E vengo. Così. Sopra di te.
Mi sfili piano e mi adagio
sulla pancia affianco a te.
“Era questa la sorpresa?”
chiedo guardandoti curiosa.
“Oh, no… questo era
l’aperitivo…”
Stiamo così per un po’, a
coccolarci, a parlare di niente e di tutto. Poi il tuo cellulare vibra.
“Andiamo, su!” ti alzi e
inizi a vestirti.
Ti guardo perplessa dal
letto.
“Forza! A cena!”
In effetti ho fame. La
cena è benvenuta.
Torniamo verso la
piazzetta e mi fai sedere.
“Beh, non andavamo a
cena?”
“Si, ma non andiamo da
soli” rispondi.
Da dietro un angolo compare
una donna. Sta parlando al telefono e si avvicina a noi. Quando è vicina
chiude.
“Ciao! Sono in ritardo?”
un sorriso sul volto e due occhi azzurrissimi e sorridenti pure loro ci
salutano e saltano veloci e vivaci dai miei ai tuoi.
Sto iniziando a capire
cos’hai in mente. E ti guardo di sottecchi. Mi sorridi e mi prendi per mano.
“Vogliamo andare?”
Cosa dire… al ristorante
sono dapprima un po’ impacciata poi mi sciolgo. Sento però il bisogno del
contatto con te, lo sento sempre quando siamo insieme, e non resisto: sfilo le
scarpe e mi allungo a trovare la tua gamba. Al primo momento sobbalzi, il tuo
sguardo è perplesso per un attimo, probabilmente ti stai chiedendo se il piede
è il mio o il suo. Poi ti sorrido e realizzi l’ovvio, che avevo bisogno di te,
e mi metti una mano sul dorso del piede che ormai ti si appoggia sul ginocchio.
Coi piedi non riesco a stare ferma, così mi muovo su e giù lungo la tua gamba,
un po’ mi tocchi, un po’ mi lasci. È un contatto in realtà molto intenso. Forse
ne avevamo bisogno entrambi. La conversazione prosegue, inizio a conoscerla e
mi lascio andare. Hai scelto una bella donna. Molte volte mi avevi chiesto se
non mi mancasse il fatto di non aver avuto esperienze sessuali con una donna e
avevi sempre detto “Non puoi nemmeno immaginare cos’è una donna se non la
provi!” Così deduco che questo, che lei, sia la mia sorpresa per
l’anniversario.
E io che ti ho preso un
orologio…
Con molta scioltezza e
naturalezza ci avviamo di nuovo verso l’albergo. Tu mi tieni per mano e io la stringo
come se fosse la mia ancora.
Saliamo, tranquilli. Io
vado in bagno, voi parlate. Ne esco solo in maglietta e slip. E il vino che ho
bevuto mi fa scivolare sul letto. Languidamente dico “Ho bevuto troppo… potrei
dormire…”
Lei va in bagno e tu
velocemente ti spogli e poi vieni da me a finire di spogliarmi, baciandomi e
accarezzandomi. Quando torna ci vede stesi, nudi, immersi in un profondo e
intenso bacio. Che tu interrompi per andare ad aiutarla a svestirsi. Ha della
bellissima biancheria color corallo, che si staglia splendidamente sulla prima
abbronzatura. Sorride un po’ impacciata e si viene a stendere vicino a me.
“E’ la prima volta per me
con una donna…” mi dice imbarazzata.
“Anche per me” rispondo
baciandola dolcemente sul viso.
Ha un buon profumo. E ha
la pelle liscia. Avvicino il corpo al suo e la sfioro. Ridacchia. Avvicino il
viso al suo.
“Mi vuoi baciare?” le
sussurro a filo di labbra.
“Si…” risponde baciandomi
teneramente.
Le labbra di una donna
sono diverse… morbide, hanno un che di languido anche se non sono provocanti.
La lingua è più “educata”, più delicata. Sembra che sia un fiore dolce che
viene offerto da assaggiare.
Mentre mi perdo in questo
bacio lei sospira forte. È colpa tua, sei entrato in lei. E ti ha accolto.
Così, senza alcuna preparazione. O così almeno credo, perché persa in quelle
labbra e nelle mie sensazioni non ho sentito cosa è successo. Una tua mano è
tra le mie cosce. Ma tu sei tra le sue. E mi va bene. È strano vederti lì, ma
va bene. E a lei piace.
Le mie mani spaziano sul
suo corpo. Su tutto il suo corpo. E sul tuo. La bacio e sono emozionata a
sentire i vostri gemiti.
Ti sfili da lei.
“Leccala!” mi dici.
La prima volta… strana.
Vedere un sesso femminile così da vicino. La mia bocca, labbra su labbra.
Entri in me. E io gemo in
lei. Cerco di far andare a ritmo le mie dita e la mia lingua con i tuoi
movimenti, con le tue spinte dentro di me. Le piace. E anche a me.
“Falla godere” ti dico
staccandomi da lei e lasciandoti spazio.
“Ma tu leccala” rispondi
posizionandoti tra le sue gambe. Lei è girata a quattro zampe. Io un po’ con
difficoltà mi infilo sotto di lei mentre già iniziano i tuoi movimenti.
Dapprima calmi, lunghi e ritmati. La mia lingua sul suo clitoride. A guardare
da vicino, da molto vicino il tuo sesso che affonda in lei. Ma non resisto, sei
mio, e la mia lingua scende verso il tuo sesso e si dedica all’asta spostandosi
ora qui ora lì, un po’ da lei un po’ da te.
Ti sfili, la giri. Lei si
lascia fare, un po’ ride, un po’ gode. La penetri con forza, io resto in
disparte. Sento il rumore della carne sulla carne, spinte vigorose alternate ad
affondi lenti e lunghi.
“Toccala dietro”
Mi sposto. La mia mano
scivola sui suoi glutei, sui tuoi, accarezzo entrambi… mi bagno le dita e
inizio a girare intorno alla sua rosellina, ad ammorbidire il muscolo.
Strofino. Lei mugola più forte. L’altra mano la passo sulla tua schiena, ti
accarezzo. Il contatto, il nostro contatto.
Violo lentamente il suo
buchino. Dapprima piano e poco. Poi accordo il mio movimento con il tuo.
I suoi gemiti sono più
intensi. Anche a lei piace. Ma forse perché sono io… chissà…
Solo nel ebbrezza del
momento, mi faccio più audace… spingo solo un po’ di più. Lei resiste ma poi mi
allontana la mano. Dice solo “Basta dietro…” sospirando. E va bene.
Tu ti sfili e ti accovacci
a fianco a lei, dalla parte opposta alla mia. E insieme continuiamo a toccarla.
A me il clitoride, a te il resto. Con intensità e vigore. Lei geme e si agita.
Un po’ si muove. Stringe le gambe. Sento un brivido che passa da lei a me… è il
suo orgasmo che dal clitoride è passato alla mia mano. Stringe forte le gambe,
le nostre mani sono intrappolate ma continuiamo entrambi a strofinare.
“E’ venuta…” ti sussurro
ridacchiando tra l’incredulo e il soddisfatto.
“Sì. Lo so.” Rispondi con
un sorriso. E la liberiamo.
Lei si stira, si gira. È
bella una donna dopo l’orgasmo. Ancora più bella. La bacio. Le sorrido. Mi
mangia con gli occhi e con le labbra. Sorride. Mi tocca. Mi stropiccia il seno.
Mi guardi con un lampo
negli occhi. So cosa vuol dire: “Manchi tu”
Ma non sono solo io a
mancare. Nemmeno tu sei venuto.
Ti sposti, la scavalchi e
passi sotto di me, mi alzi una gamba e mi ti metti un po’ di traverso. Entri
dentro di me. Di colpo, con dolcezza e decisione. Il mio piede punta al
soffitto. Sono leggermente sul fianco e tu mi sei dietro, mi sostieni.
Le mani di lei spaziano
sul mio corpo, liberamente.
“Leccala” le dici. Lei si
sposta, tra le mie gambe. E si impegna con il mio clitoride, mentre tu… oh, tu…
si, tu… mi fai tua come solo tu sai fare.
Gemo e faccio sentire il
mio apprezzamento. Mai in silenzio, non ci riesco con te.
“Dietro…” sussurro tra un
colpo e l’altro.
“Mi vuoi dietro?” mi
chiedi tra l’incredulo e il compiaciuto.
“Si… oh…”
Così ti sfili. E piano,
con dolcezza, ti rinfili. Altrove. Piano. Completamente. E resti fermo.
Lei lì da vicino. Si è
fermata. Osserva. Osserva il tuo sesso sparito dentro di me, nel mio buchino.
Poi inizi a muoverti.
Le scariche elettriche che
mi arrivano dal tuo contatto mi fanno sentire in un modo incredibile.
La mano di lei torna a
strofinare il mio clitoride, a infilare le dita dentro di me.
“Continuate così” sospiro
mentre sento che l’orgasmo monta.
Sento la frenesia che mi
prende quando il piacere sale. Sento quel brivido, quel bisogno di contrarre.
Quel bisogno di venire…
All’improvviso arriva, la
mia onda, il mio viaggio, il mio orgasmo, lo spasmo, la contrazione. Mi toglie
il fiato, e non so più dove sono.
Appoggi la mia gamba sulla
tua. Mi abbracci da dietro. Mi baci il collo.
“Buon anniversario, tesoro.”
molto eccitante, bella.
RispondiEliminagrazie... :)
Eliminaquesto blog però langue..
Elimina:( ecco, dai complimenti ai rimproveri...
Eliminasigh
scriverò. prometto!
Grazie...
RispondiEliminaLuca
è un piacere!
Elimina;)
Ottimi festeggiamenti!
RispondiEliminaeh, quando la fantasia collabora...
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