... e incursioni di Sbronzolo...
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giovedì 23 maggio 2013

Anniversario



“Ho un regalo per te”
Così mi hai detto al telefono. Festeggiamo l’anniversario, qualcosa me l’aspettavo. Ma mai avrei creduto…
Imbarazzata e contenta ero già organizzata. Già… ingenua… ti avevo comprato quell’orologio che ti piace tanto, cronometro con tutte le funzionichessoio, lo guardavi sempre in tutte le vetrine, era facile scegliere il regalo giusto.
“Ti vengo a prendere al lavoro, passeggiatina, aperitivo e poi a cena.” Questi tuoi programmi lineari e semplici mi fanno impazzire, perché so che non ci sarà assolutamente nulla di lineare e ordinario nel programma. Mi stupisci sempre. Mi diverti sempre. Mi lasci semplicemente senza fiato.
Così mi sono preparata come piace a te. Un po’ sbarazzina, capelli sciolti, corpo liscio.
“Sei splendida!” sai quanto mi piace quando mi fai i complimenti. Adoro riceverne anche se mi schernisco sempre. Fin da ragazzina mi sono sempre sentita come il brutto anatroccolo… ma da quando ho te sto diventando cigno.
Facciamo un lungo giro con la macchina, andiamo in un a zona di mare ad annusare l’aria salmastra. Mi siedo su una bitta e mi tolgo le scarpe. Godo del vento del cambio di marea: si porta dentro questo profumo di vita che mi entra nell’anima e mi fa sentire viva. Tu mi giri intorno. Hai la tua fedele macchina fotografica e mi riprendi da tutti gli angoli.
“I tuoi capelli con questa luce…” già, il sole di sbieco crea riflessi e colori che in altri momenti non esistono e io mi beo di essere il centro del tuo mondo. Mi fai sentire desiderata, venerata… tranquilla.
Nella piazzetta del paese ci sono già i primi turisti anche se la stagione non è iniziata, e i vari locali e bar con tutti i tavolini fuori fanno le prove per la prima ondata di vacanzieri. La maggior parte degli avventori è maschile, una cosa misteriosa, e io sento mille occhi concentrati su di me. Sarà che ho una strana luce negli occhi quando sono con te, o saranno questi capelli sciolti che con il vento non stanno fermi ad attirare l’attenzione.

Ci sediamo, ordiniamo. Io un succo di mela, il mio preferito, e guardiamo il panorama.
Il tuo cellulare vibra. Leggi, sorridi, rispondi. “Bene” commenti, chiudi e lo metti via.
“Che cosa bene?”
“Nulla… la tua sorpresa…” e di nuovo si allarga il sorriso sul tuo viso mentre mi guardi con la testa un po’ inclinata. “Andiamo?”
Un po’ controvoglia mi alzo e prendendoti per mano mi faccio condurre. Come sempre. Mi affido.
“Dove andiamo?”
“Vedrai”
Pochi minuti e siamo davanti ad un albergo, moderno, ristrutturato di recente. I turisti qui sono l’unica fonte di reddito e bisogna trattarli bene.
“Ho una prenotazione” dici alla receptionist. Ovvio… vuoi bearti di me… un po’ me l’aspettavo, ma forse non prima di cena…
La voglia di approfittare dei nostri corpi è tanta. Siamo rapidamente nudi sul letto a strusciare i nostri corpi insieme. Mi guardi, poi ti giri e ti stendi a pancia in giù. Non so fare massaggi ma mi piace toccarti. E tu ti porgi a me. Con tutto il corpo ti tocco, con le mani, con le braccia, con i capelli, con il seno, con il sesso… il mio corpo sta massaggiando il tuo. Le mie labbra assaggiano ogni centimetro. Poi ti giri, metti le mani sotto la testa e mi guardi. Io riprendo il mio massaggio speciale. Ogni centimetro del tuo corpo riceve le mie attenzioni, ogni millimetro di pelle viene toccato o baciato. A occhi chiusi ti godi le mie attenzioni. Poi da ultimo, con dolcezza, arrivo al tuo sesso. Gli riservo lo stesso trattamento, lo bacio, lo accarezzo… poi lo lecco… con calma, dalla base alla punta, più volte, prima dolcemente poi premendo… reagisci, rispondi, cresce…
La punta sparisce tra le mie labbra che stringono e se ne prendono cura. La lingua gioca con la carne morbida così in contrasto con l’asta, mi ha sempre affascinato. Sollevo lo sguardo, mi guardi di sottecchi, sorridendo. Affondo su di te, ti strappo un gemito prendendoti tutto in bocca… tutto... beh, quanto possibile. E mi dedico a darti piacere, con le mani appoggiate sui tuoi fianchi e la bocca che si occupa di tutto.
I miei movimenti variano, un po’ stringo, un po’ lecco, un po’ scivolo… la saliva ti ha ricoperto e cola dagli angoli della mia bocca imperlando i pochi peli alla base dell’asta.
“Siediti su di me…” sussurri “… girata…”
Passo a cavalcioni, ti offro la visione del mio culo, e con una mano ti guido dentro di me. E il mondo ha tenuto il fiato.
I movimenti si fanno fluidi. Scivolo attorno a te con dolcezza. Su e giù.
“Alzati e lasciati cadere…”
Il ritmo aumenta, i gemiti si fanno più forti. Alterno lenti dondolii su di te a queste piccole “cadute”, la mia eccitazione sale sempre di più e il piacere è sempre più intenso…
“Godi… ma non farmi venire…” dici tra un gemito e l’altro, affondando dentro di me con spinte dal basso mentre con un pollice stimoli la mia rosellina e piano la violi. Poi un dito a seguire il movimento, poi due. Il mio corpo reagisce regalandomi scariche elettriche e portandomi sempre più vicina a quel piacere che tanto agogno.
Raddrizzo il corpo. Dritta su di te e poi inclinata in dietro. Ti porgo la schiena e tu allunghi una mano a strizzare un seno. E vengo. Così. Sopra di te.
Mi sfili piano e mi adagio sulla pancia affianco a te.
“Era questa la sorpresa?” chiedo guardandoti curiosa.
“Oh, no… questo era l’aperitivo…”
Stiamo così per un po’, a coccolarci, a parlare di niente e di tutto. Poi il tuo cellulare vibra.
“Andiamo, su!” ti alzi e inizi a vestirti.
Ti guardo perplessa dal letto.
“Forza! A cena!”
In effetti ho fame. La cena è benvenuta.
Torniamo verso la piazzetta e mi fai sedere.
“Beh, non andavamo a cena?”
“Si, ma non andiamo da soli” rispondi.
Da dietro un angolo compare una donna. Sta parlando al telefono e si avvicina a noi. Quando è vicina chiude.
“Ciao! Sono in ritardo?” un sorriso sul volto e due occhi azzurrissimi e sorridenti pure loro ci salutano e saltano veloci e vivaci dai miei ai tuoi.
Sto iniziando a capire cos’hai in mente. E ti guardo di sottecchi. Mi sorridi e mi prendi per mano.
“Vogliamo andare?”
Cosa dire… al ristorante sono dapprima un po’ impacciata poi mi sciolgo. Sento però il bisogno del contatto con te, lo sento sempre quando siamo insieme, e non resisto: sfilo le scarpe e mi allungo a trovare la tua gamba. Al primo momento sobbalzi, il tuo sguardo è perplesso per un attimo, probabilmente ti stai chiedendo se il piede è il mio o il suo. Poi ti sorrido e realizzi l’ovvio, che avevo bisogno di te, e mi metti una mano sul dorso del piede che ormai ti si appoggia sul ginocchio. Coi piedi non riesco a stare ferma, così mi muovo su e giù lungo la tua gamba, un po’ mi tocchi, un po’ mi lasci. È un contatto in realtà molto intenso. Forse ne avevamo bisogno entrambi. La conversazione prosegue, inizio a conoscerla e mi lascio andare. Hai scelto una bella donna. Molte volte mi avevi chiesto se non mi mancasse il fatto di non aver avuto esperienze sessuali con una donna e avevi sempre detto “Non puoi nemmeno immaginare cos’è una donna se non la provi!” Così deduco che questo, che lei, sia la mia sorpresa per l’anniversario.
E io che ti ho preso un orologio…
Con molta scioltezza e naturalezza ci avviamo di nuovo verso l’albergo. Tu mi tieni per mano e io la stringo come se fosse la mia ancora.
Saliamo, tranquilli. Io vado in bagno, voi parlate. Ne esco solo in maglietta e slip. E il vino che ho bevuto mi fa scivolare sul letto. Languidamente dico “Ho bevuto troppo… potrei dormire…”
Lei va in bagno e tu velocemente ti spogli e poi vieni da me a finire di spogliarmi, baciandomi e accarezzandomi. Quando torna ci vede stesi, nudi, immersi in un profondo e intenso bacio. Che tu interrompi per andare ad aiutarla a svestirsi. Ha della bellissima biancheria color corallo, che si staglia splendidamente sulla prima abbronzatura. Sorride un po’ impacciata e si viene a stendere vicino a me.
“E’ la prima volta per me con una donna…” mi dice imbarazzata.
“Anche per me” rispondo baciandola dolcemente sul viso.
Ha un buon profumo. E ha la pelle liscia. Avvicino il corpo al suo e la sfioro. Ridacchia. Avvicino il viso al suo.
“Mi vuoi baciare?” le sussurro a filo di labbra.
“Si…” risponde baciandomi teneramente.
Le labbra di una donna sono diverse… morbide, hanno un che di languido anche se non sono provocanti. La lingua è più “educata”, più delicata. Sembra che sia un fiore dolce che viene offerto da assaggiare.
Mentre mi perdo in questo bacio lei sospira forte. È colpa tua, sei entrato in lei. E ti ha accolto. Così, senza alcuna preparazione. O così almeno credo, perché persa in quelle labbra e nelle mie sensazioni non ho sentito cosa è successo. Una tua mano è tra le mie cosce. Ma tu sei tra le sue. E mi va bene. È strano vederti lì, ma va bene. E a lei piace.
Le mie mani spaziano sul suo corpo. Su tutto il suo corpo. E sul tuo. La bacio e sono emozionata a sentire i vostri gemiti.
Ti sfili da lei.
“Leccala!” mi dici.
La prima volta… strana. Vedere un sesso femminile così da vicino. La mia bocca, labbra su labbra.
Entri in me. E io gemo in lei. Cerco di far andare a ritmo le mie dita e la mia lingua con i tuoi movimenti, con le tue spinte dentro di me. Le piace. E anche a me.
“Falla godere” ti dico staccandomi da lei e lasciandoti spazio.
“Ma tu leccala” rispondi posizionandoti tra le sue gambe. Lei è girata a quattro zampe. Io un po’ con difficoltà mi infilo sotto di lei mentre già iniziano i tuoi movimenti. Dapprima calmi, lunghi e ritmati. La mia lingua sul suo clitoride. A guardare da vicino, da molto vicino il tuo sesso che affonda in lei. Ma non resisto, sei mio, e la mia lingua scende verso il tuo sesso e si dedica all’asta spostandosi ora qui ora lì, un po’ da lei un po’ da te.
Ti sfili, la giri. Lei si lascia fare, un po’ ride, un po’ gode. La penetri con forza, io resto in disparte. Sento il rumore della carne sulla carne, spinte vigorose alternate ad affondi lenti e lunghi.
“Toccala dietro”
Mi sposto. La mia mano scivola sui suoi glutei, sui tuoi, accarezzo entrambi… mi bagno le dita e inizio a girare intorno alla sua rosellina, ad ammorbidire il muscolo. Strofino. Lei mugola più forte. L’altra mano la passo sulla tua schiena, ti accarezzo. Il contatto, il nostro contatto.
Violo lentamente il suo buchino. Dapprima piano e poco. Poi accordo il mio movimento con il tuo.
I suoi gemiti sono più intensi. Anche a lei piace. Ma forse perché sono io… chissà…
Solo nel ebbrezza del momento, mi faccio più audace… spingo solo un po’ di più. Lei resiste ma poi mi allontana la mano. Dice solo “Basta dietro…” sospirando. E va bene.
Tu ti sfili e ti accovacci a fianco a lei, dalla parte opposta alla mia. E insieme continuiamo a toccarla. A me il clitoride, a te il resto. Con intensità e vigore. Lei geme e si agita. Un po’ si muove. Stringe le gambe. Sento un brivido che passa da lei a me… è il suo orgasmo che dal clitoride è passato alla mia mano. Stringe forte le gambe, le nostre mani sono intrappolate ma continuiamo entrambi a strofinare.
“E’ venuta…” ti sussurro ridacchiando tra l’incredulo e il soddisfatto.
“Sì. Lo so.” Rispondi con un sorriso. E la liberiamo.
Lei si stira, si gira. È bella una donna dopo l’orgasmo. Ancora più bella. La bacio. Le sorrido. Mi mangia con gli occhi e con le labbra. Sorride. Mi tocca. Mi stropiccia il seno.
Mi guardi con un lampo negli occhi. So cosa vuol dire: “Manchi tu”
Ma non sono solo io a mancare. Nemmeno tu sei venuto.
Ti sposti, la scavalchi e passi sotto di me, mi alzi una gamba e mi ti metti un po’ di traverso. Entri dentro di me. Di colpo, con dolcezza e decisione. Il mio piede punta al soffitto. Sono leggermente sul fianco e tu mi sei dietro, mi sostieni.
Le mani di lei spaziano sul mio corpo, liberamente.
“Leccala” le dici. Lei si sposta, tra le mie gambe. E si impegna con il mio clitoride, mentre tu… oh, tu… si, tu… mi fai tua come solo tu sai fare.
Gemo e faccio sentire il mio apprezzamento. Mai in silenzio, non ci riesco con te.
“Dietro…” sussurro tra un colpo e l’altro.
“Mi vuoi dietro?” mi chiedi tra l’incredulo e il compiaciuto.
“Si… oh…”
Così ti sfili. E piano, con dolcezza, ti rinfili. Altrove. Piano. Completamente. E resti fermo.
Lei lì da vicino. Si è fermata. Osserva. Osserva il tuo sesso sparito dentro di me, nel mio buchino.
Poi inizi a muoverti.
Le scariche elettriche che mi arrivano dal tuo contatto mi fanno sentire in un modo incredibile.
La mano di lei torna a strofinare il mio clitoride, a infilare le dita dentro di me.
“Continuate così” sospiro mentre sento che l’orgasmo monta.
Sento la frenesia che mi prende quando il piacere sale. Sento quel brivido, quel bisogno di contrarre. Quel bisogno di venire…
All’improvviso arriva, la mia onda, il mio viaggio, il mio orgasmo, lo spasmo, la contrazione. Mi toglie il fiato, e non so più dove sono.
Appoggi la mia gamba sulla tua. Mi abbracci da dietro. Mi baci il collo.
“Buon anniversario, tesoro.”

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