... e incursioni di Sbronzolo...
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giovedì 20 settembre 2012

Smeraldo notturno con ritmo - cap. 7

Dai, che manca poco e poi la storia... continua...
Ancora il quattromani!


Portami a ballare!

"Franco sei stato grande!" ho l'adrenalina a mille, siamo stati un'ottima squadra...
"Non ho fatto granché..."  no, li ha soltanto ammaliati e storditi con le parole! "E' il progetto che era buono, il lavoro fatto con il tuo team!"
Siamo fuori dalla porta del ristorante, la gente sta andando via, ci siamo fermati fino alla chiusura.
"Non sono per niente stanca! Portami a ballare!" Gli dico girando su me stessa facendo svolazzare il vestito.
"Gaia, sono stanco io, però... che ne dici piuttosto di andare a bere qualcosa prima di rimetterci in macchina per tornare?"
"Tornare?" mi sono fermata di colpo esattamente davanti a lui, occhi negli occhi."Non torniamo mica, stasera. Abbiamo due stanze prenotate. Pensavi mica che ti lasciassi guidare dopo una cena come questa?!"
Che stronza! "Ma non mi hai detto niente!" ops, s'è arrabbiato.
"Sono sicura che anche tua moglie sarà più contenta se non guidi! Dai, telefonale!"
"A quest'ora?!? Sei matta? Le prende un colpo! Le mando un sms..." 

Ci avviamo all'albergo, parcheggiamo la macchina e andiamo ad un locale che conosco, non lontano da lì.

Musica a basso volume, tavolini, clima piacevole...L'ideale per decomprimere... un po' meno per scaricare l'adrenalina.C'è un tavolino un po' appartato libero. Ci sistemiamo e ordiniamo.
Mi tolgo le scarpe. Appoggio i piedi sul tavolinetto. Parlottiamo dei clienti, dei colleghi, del progetto.
Franco si allunga per appoggiare il bicchiere vuoto sul tavolino e accarezza i miei piedi.
Piccoli, chiari, smalto rosso.
Percorre il dorso con un dito. Giocherella facendolo scorrere avanti fino alle dita e indietro fino alla caviglia.
Poi mi guarda mentre afferra una caviglia con la mano. Di nuovo sono come nuda davanti a lui. Senza fiato. Il cuore impazza.
Non servono parole. Ci alziamo, usciamo dal locale e ci dirigiamo all'albergo.

Troppe cose in comune, troppo tempo trascorso assieme, la stima di lei che aumenta....troppo troppo. Che grande idea farmi assumere, che grande trovata! Incerto se sorridere o disperarmi. Poche centinaia di metri ci separano dall'albergo. Pensieri contrastanti affollano il mio cervello, il mio braccio le cinge il fianco: il morbido tessuto del vestito è fresco, la voglia di toglierlo è fortissima....vederla nuda e sentirla calda di passione.
“Non ti eri segnato qualcosa?...”, ecco la gatta tentatrice.
“Oopps... me ne ero quasi dimenticato...”, ridendo Lo specchio dell'ascensore rimanda la nostra immagine: è strano vedermi abbracciato ad un'altra donna. Volerla, desiderarla come la desidero ora. I suoi occhi mi fissano riflessi: avete vinto ancora maledetti smeraldi! L'attiro a me, i nostri corpi aderiscono e si scaldano vicendevoli.
Cazzo, non è sesso! Cosa accidenti è !?!
Il bacio dura quanto la salita al piano e prosegue all'apertura delle porte. Il corridoio quasi correndo trascinandole la mano. Apro la mia porta: nemmeno fingo di darle l'opportunità di opporsi. Riesco a spogliarmi con le labbra incollate alle sue, lei fa lo stesso.
Nudi, in piedi, ci stacchiamo: ammiriamo i nostri corpi... Un ultimo bacio, appoggiato sorridente e sornione....
“Ora tocca a me...”, con una leggera spinta mi butta su letto. 


Sorrido alla visione di lui steso nudo sul letto... per la seconda volta...  E come l'altra volta è appetitoso, pronto, in attesa, in perfetta erezione. Mi mordo leggermente le labbra mentre lo osservo ... pelle ambrata dalle prime esposizioni al sole, muscoli non esagerati, capelli brizzolati... sorrido... anche i peli...

Mi siedo accanto a lui mentre lo osservo, la mia mano inizia a scorrere sul suo corpo, la sua mi cinge la vita... E affondo le dita tra i peli del suo pube, fino alla base dell'asta... e salgo un po' con le dita, e avvicino il viso, la bocca, alla vetta di questo monte da espugnare. Le labbra giungono a sfiorare la liscia pelle della punta del glande, la lingua viene a prendere la sua parte. La zona più liscia e dolce e piacevole del corpo di un uomo... Aspiro profondamente l'odore del desiderio, assorbo le gocce di brama... Lecco il contorni del piacere... E poi affondo le labbra fino a dove mi è possibile, fino a sentire questa stessa punta morbida e liscia contro il fondo della mia bocca.
Franco geme.
Continuo a tenere la mano alla base ferma e inizio a muovere la testa per far scorrere questa meraviglia dentro e fuori dalla mia bocca.
"Oh, era quello che desideravo..." un sussurro dall'alto.
Sento una mano salire lentamente tra le mie gambe, allargarle dolcemente. Oppongo resistenza. Ma non mi placo, non mi fermo e continuo a fare mio il suo sesso, a leccarlo e affondarlo completamente nella mia bocca.
"Girati... porgimi il tuo fiore... voglio assaggiarti... ancora..."

Le sue cosce a chiudermi le orecchie e la sua vulva a riempire l'orizzonte del mio sguardo.
Il mio cazzo avviluppato dalla sua bocca, accarezzato dalla sua lingua impertinente.
L'abbondanza dei suoi succhi che luccica sulle labbra gonfie poggiate sulle mie.
I miei testicoli carezzati dalle sue manine, coccolati come preziosi trofei.
La mia lingua che affonda nel calore dissetante del suo ventre.
Sento i capezzoli che spingono sulla mia pancia mentre ci diamo il piacere assieme, entrambi desiderosi di berci. Silenziosi, rapiti dall'opera delle rispettive bocche, alla scoperta di ciò che piace all'altro. Siamo fusi, non due corpi, un unico cerchio di voglia animale di succhiare, leccare, gustare e riempirci dell'altro. Il rumore dei nostri nasi, i respiri contratti e ritmati. L'odore del sesso che si spande nella camera. Le nostre mani a rincorrere ed esaltare l'opera delle nostre bocche. La sua avviluppata al mio sesso e la mia spalmata sulla sua vulva. Il numero perfetto che si rincorre e si ripete. Il dono offerto e ricevuto, penetrato e accolto, un numero infinito nella propria circolarità, che può essere scritto senza mai sollevare la mano......


L'odore, il sapore... sono inebriata dalle sensazioni... Il mio corpo rimanda ondate di piacere dal bacino al cervello e dal cervello al bacino...

La voglia di godere aumenta e la fame del corpo di Franco mi provoca delle scosse lungo la schiena.
Stento a stare ferma... muovo leggermente il pube, schiacciandolo sul viso di Franco, mentre anche lui non riesce più a contenersi e ad ogni mio affondo sul suo sesso spinge leggermente in su il bacino...
Il respiro si fa ancora più pesante, affannoso. Il movimento frenetico, profondo.
Mugolo mentre le dita di Franco entrano dentro di me a esplorare la mia cavità calda, a supportare l'azione della lingua.
Geme mentre la mia lingua preme il suo fallo contro il mio palato in ancora una penetrazione.
E arriviamo al culmine... il mio corpo è percorso da brividi, scosse elettriche e contrazioni... la mia bocca non ha intenzione di lasciare andare la montagna che ha espugnato che ora sta vibrando delle scosse provocate dal fiume di seme caldo che sta sgorgando...

I corpi sono stremati... l'orgasmo è stato intenso.
Mi muovo piano, mi affianco a lui...
"Non mi lancerai contro il fermacarte anche stavolta, vero?"


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