Giovedì
Che bello, non ci credo! Mr X mi ha chiesto di uscire!!!
No, beh, non di uscire… mi ha chiesto se domenica voglio
andare a fare un pic nic con lui. È la stessa cosa, però! È come uscire! Anzi,
è meglio! Non vedo l’ora che sia domenica!
Che cosa mi metto????
Sabato
Domani!!!!! Domani il pic nic!!! Ho deciso per il
vestitino viola. Anni ’50, con i bottoni davanti. Carino, leggero, mi sta bene,
mette in risalto le mie curve… Grazie Natura! Fianchi e seno di giusta
rotondità, golosi da afferrare e strizzare. Diversa sempre da quelle ragazze
secche secche che vanno di moda oggi e mai che riesca a comprare una camicia
che non riesco a chiudere i bottoni. Ma quanti sguardi ha attirato questo mio
seno! E quante mani hanno attirato le curve dei miei fianchi e del mio culo…
E so bene che a Mr X le mie curve piacciono parecchio! Mi
guarda sempre come se mi stesse spogliando… come se stesse sbucciando un
frutto, un frutto proibito.
Non vedo l’ora che sia domani!!!
Domenica
Che giornata! Caspita! Mi manca il fiato! Sono così …
contenta, eccitata, soddisfatta, emozionata…
Da dove cominciare?
Ha scelto un prato fuori città, tra i campi, un posto che
non avevo mai visto prima. Ci siamo infilati in strade che… mah, non sapevo che
esistessero. Poi uno sterrato. E mi dice “Scendi” “? Ma per andare dove? Non c’è niente qui!”
Un viottolo tra campi coltivati. Si apre in un prato.
Bellissimo! Con una quercia.
Appoggia il cestino, stende una coperta. “Signora…” e fa
un gesto per invitarmi a sedere.
Un bicchiere di vino, ma siamo già sciolti, dopo 2 ore di
macchina come potrebbe essere altrimenti?!? E nonostante tutto ho lo stomaco
annodato! Mi piace da impazzire! Già so che non riuscirò a mangiare che un
boccone! Che disdetta!
Finito di mangiare rimette nel cestino le stoviglie. C’è
ancora vino. Ci sono ancora le fragole.
Mi stendo sorridendo.
“Grazie, era una vita che non facevo un pic nic!” “Grazie
a te per essere venuta. Avevo voglia di stare un po’ solo con te” nel farlo mi
porge una fragola da mordere. Succosa, buona.
La finisce lui. Ne prende un’altra. Segue il contorno del
mio viso, il collo, mi accarezza con la fragola…. Scende nella mia scollatura,
lì dove i seni si uniscono, dove con questo caldo ci sono alcune gocce di
sudore… Si porta la fragola alla bocca e la mangia “Hai un buon sapore… ma
vorrei assaggiarti meglio” Si abbassa su di me e mi bacia. Con il sapore della
fragola.
La sua mano scende al mio seno. Lo stringe. Poi segue il
profilo del mio corpo. Al fianco. Lo afferra, ne saggia la consistenza. E
scende. Tra le mie gambe. Si appoggia sul monte di Venere. Stringe piano, come
per prendere il mio sesso. Mi sfugge un respiro più forte. La mia mano va alla
sua nuca. La sua mano piano inizia a tirare su il vestito, accumularlo sopra la
mia pancia. Sfiora le cosce. Infila la mano tra le mie gambe. Le schiudo piano.
Le mutandine sono umide. Umide di sudore e di eccitazione. Lui lo sente.
Interrompe il bacio. Si solleva un po’. Mi guarda. La sua mano dalle mie
mutandine si sposta al suo naso, alla sua bocca. Poi le mani vanno a sbottonarmi
il vestito, a svelare il mio reggiseno, semplice, ma generoso, offre bene il
mio seno. E lui non si fa certo desiderare. Con entrambe le mani afferra le mie
mammelle e le strizza, le prende, le impasta, ipnotizzato dal candore della
pelle e dall’areola rosa, dai capezzoli turgidi e dritti che lo sfidano. E
accetta la sfida! Ci si avventa come affamato. Lecca. Morde. Succhia. Spreme. E
geme. Lui geme. In accordo con me.
Poi scende ricoprendomi la pancia di baci, scende. Va
verso quelle mutandine umide che ha trovato così invitanti. E scendendo le
sfila. E il suo viso sui peli curati del mio pube. A riempire di baci le mie
labbra rasate. Sospirare nella mia vagina… La sua lingua, oh, la sua lingua sul
mio clitoride. Già eccitato. Ancora di più ora che è stimolato. Dritto e duro
come i miei capezzoli. Un gemito ad ogni passata di lingua. Mi sta facendo
impazzire con questa lingua! La muove e si sposta dal clitoride alla mia
fessura. Le mie mani sulla sua testa. Avrei voglia di spingerlo ancora di più verso
il mio sesso, ma voglio che faccia tutto quello che vuole, nei tempi che vuole…
prenderò tutto quello che vuole darmi, come vuole darmelo…
“Così mi fai godere…” finisco appena la frase che affonda
un dito nel mio sesso e porta la lingua a insistere sul bottoncino. Un urlo
esce dalla mia bocca. La sorpresa della penetrazione del dito nel mio sesso
bagnato è tale che ho lasciato un urlo. Appena me ne rendo conto “Scusa”
imbarazzata “non me l’aspettavo…” Mi guarda perplesso “Ma ti ho fatto male?”
“No, no… è che… ecco…”
Arrossisco. Non posso dirglielo. Come posso dirgli che
sono vergine. Alla mia età?!? Che le uniche dita che la mia fighetta ha
conosciuto sono le mie? Che l’unico piacere provato me lo sono dato da sola?
“Ti prego, continua… mi piace”
Il suo viso affonda di nuovo tra le mie gambe. I suoi
riccioli tra le mie dita. Dita. Dita. Le sue dita giocano come su un pianoforte
su tutto il mio sesso. Nemmeno so dove si posano. Affondano. Sfiorano.
Strizzano. Premono. E non so nemmeno quante dita.
Il respiro si fa pesante. La sensazione che provo tra le
gambe è come un’onda di risacca calda, monta e si ritrae e monta ancora… e le
sue dita… Affondano e cercano nel mio sesso. Turbinano fino a quando con un
altro urlo lanciato al cielo raggiungo un orgasmo atteso e voluto. Goduto.
Piaciuto. E liquido.
Il corpo ha vibrato. I muscoli si sono contratti. Il
piacere mi ha pervaso.
Lui solleva il viso e mi sorride. Sale verso il mio seno.
Arriva alla mia bocca. Mi bacia. Mi accarezza una guancia e mi ribacia. Scorre con
la mano lungo il mio corpo, ne segue i contorni. Arriva alla pancia. Solo ora
mi rendo conto che la mia pelle è a diretto contatto con la sua pelle. In
qualche modo si è liberato dei vestiti. La sua mano si sposta in mezzo ai
nostri corpi, scende al mio monte di Venere, raggiunge le mie labbra, le
allarga… e la punta del suo sesso si spinge dentro di me, affonda nel mio
sesso… completamente… facendomi emettere un altro urlo.
Stavolta, sì, mi ha fatto male. Una lacrima all’angolo del
mio occhio.
Mi guarda. Raccoglie la lacrima con un dito e la osserva.
Capisce. È incredulo. Assaggia la mia lacrima. “Sa di te. Dovevi dirmelo.
Magari volevi…” “Volevo te.”
Mi bacia e inizia a muoversi dentro me. Lentamente,
affondi lunghi. Scorre la sua asta premendo il bacino sul mio, sfregando il mio
clitoride. Ogni estrazione un gemito. Ogni penetrazione un gemito.
Il mio corpo reagisce al corpo di lui. Le pareti morbide
ed elastiche della mia vagina stanno partecipando all’atto rimandandomi
sensazioni incredibili! Mi sento completa, piena, desiderata.
Brividi e fremiti iniziano a percorrere il mio corpo…
“Credo…” È un attimo. Il corpo è
percorso dal piacere che lui mi sta dando e che sta prendendo da me.
Ripete il mio nome. Dice che mi ama. Che sta godendo. Che
sta per venire. Ma non si ferma, ancora non si ferma, continua nel suo
movimento lento e imperterrito. Esce ed entra, entra ed esce, e continua e
ripete finché copiosamente viene dentro di me.
Si sposta. Esce.
“Non sai da quanto lo sognavo…”
“Anch’io…”
“Sì, ma tu… tu eri vergine… aspettavi… e io… io…. Oddio,
ero così eccitato che sono venuto dentro!”
“Non ti preoccupare. Prendo la pillola.”
Mi ha abbracciato. La mia prima volta. Ed è successo con
lui. Bellissimo.
Non potevo sognare di meglio.
Lo abbiamo fatto altre 2 volte.
“La prossima volta ti spiego come prenderlo in bocca”
“Non ne vedo l’ora!”
Bel racconto molto ben dettagliato:
RispondiEliminaTrovo eccitante il modo in cui Lui accarezza il corpo di lei e il modo dettagliato dei movimenti della Sua lingua sulla vagina (adoro questi particolari).
Come Lei non vede l'ora di prenderlo in bocca:
IO non vedo l'ora della spiegazione di Lui a prenderlo in bocca.
Dici quindi che devo scrivere il seguito?
EliminaNon so... non ci avevo ancora pensato al seguito...
Non devi fermarti a metà strada.
EliminaMagari prova a pensare a Lei inginocchiata cavanti a LUI nudo
la mano di Lei che accarezza il sesso molle di Lui.
L'invito di Lui a baciarlo e a prenderlo in bocca guidandola
in ogni suo movimento sull'asta ormai turgida come stesse leccando un gelato alla panna.
Invitarla a massaggiare con le mani le palle ormai dure tanto sono cariche.
Comprendendo che ormai Lei è padrona della situazione Ti lasci andare fino al raggiungimento dell'estasi.
P.S.
Piccoli pensieri in aiuto per il seguito.
Anche tu buona immaginazione... :D
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