... e incursioni di Sbronzolo...
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venerdì 15 giugno 2012

Il pacco - cap.2



Le 3 amiche organizzate… una mi viene a prendere… manca mezz’ora… ma perché diavolo il pub Blu?!? Quel posto non mi piace per niente, c’è sempre troppa gente e non riusciamo mai a trovare un tavolo. Tocca stare in piedi o al massimo su quegli insopportabili sgabelli. E tutti quelli che passano facendo finta di niente ti toccano… uffa, fastidiosissimo!
Uno sguardo allo specchio… maglietta scollata, un po’ morbida sul corpo, ma comunque non  a sufficienza da evitare che si vedano i miei capezzoli, che già si stanno preparando per quando vedrò lui… gonna leggera, svolazzante… calze autoreggenti… tacco… Beh, così riscatto la tutona antisexy dell’altra volta!
Arriviamo al locale. Le amiche già sbuffano perché c’è gente fino a fuori. “Dai, su, non desistiamo subito! Offro io il primo giro!” dico per incoraggiarle.
Come previsto c’è una calca pazzesca. Il bancone è tutto occupato. I tavoli bassi anche. In fondo si sta liberando un tavolo alto, con quei maledetti sgabelli da cui ogni volta che cerco di sedermi scivolo rischiando di cadere rovinosamente… mi chiedo se oggi sia il caso di provarci con quelli, dato che non ho gli slip.
Accaparrato il tavolo, è il momento di ordinare. Il giro che pago io, ovviamente, scelgono tutti i cocktail più elaborati e cari! Che una prendesse una semplice caipi… no, eh?!
Con fatica mi arrampico sullo sgabello e cerco di stare il più ferma possibile. Intanto mi guardo in giro… chissà se lui c’è.
Dopo una mezz’ora di chiacchiere ecco che dalla porta entra un gruppetto, sono in 4, lui è l’ultimo ad entrare. È da togliere il fiato! Mi sento sciogliere su questo sgabello. Il cuore batte più forte, i capezzoli si rimettono sull’attenti… sento un calore nella parte bassa della pancia…
La consapevolezza dell’essere senza slip in un locale affollato e che lui lo sappia perché è stato lui a chiedermelo fanno sì che la mia eccitazione inizi a farsi sentire. Me l’ha chiesto lui e io l’ho fatto. Devo essere impazzita!
Mentre lo guardo, mi vede. Sorride e fa un cenno con la testa. Con gli amici si ferma al bancone, ci si appoggia con la schiena e mi guarda… con intensità, come se volesse spogliarmi qui, così, davanti a tutti. Non che ci voglia granché a spogliarmi stasera!
Il tempo passa, chiacchieriamo, beviamo, come sempre la gente che passa allunga le mani facendo finta di niente… Guardo verso il bancone, lui non c’è più. Guardo in giro, non lo vedo. Sarà andato via. Disdetta. Pazienza, passerò comunque una bella serata con le ragazze.
Improvvisamente una voce familiare dietro di me dice “Queste 4 non le ho mai viste qui. E si sono anche messe al nostro tavolo…” Il cuore ha saltato un battito… o forse non era il cuore, forse il mio corpo ha reagito mandando un impulso sonar.
“Siete sul nostro tavolo, lo sapete?!” dice facendo aderire il suo corpo alla mia schiena e mettendo il suo bicchiere sul tavolo. “Per stare ci dovete pagare almeno un giro di consumazioni!”
Mentre lo dice l’altra sua mano si è appoggiata sulla mia schiena e scende verso il fianco fermandosi lì.
I quattro si sistemano attorno al tavolo, al fianco delle mie amiche, si presentano e iniziano a chiacchierare. Intanto la mano si sta spostando. Lui è a fianco a me adesso e la sua mano si appoggia sulla coscia, sotto il tavolo. La gonna è sottile e con le dita può sentire il pizzo delle autoreggenti attraverso la stoffa. Sorride e chiacchiera affabile.
Gli altri avventori non allungano più le mani  passando, che strano. Ho come l’impressione che qualcuno abbia segnato il territorio…
Tra una chiacchiera e l’altra con indifferenza la mano continua la sua esplorazione. Si infila tra le cosce e inizia a sollevare la gonna. Sto avvampando, sento che sto avvampando.
“Che succede? È troppo forte il cocktail???” Risata generale… passo per una che non regge l’alcool. Altro che alcool! Qui mi sto sciogliendo!
Le dita iniziano a scorrere lentamente sull’interno coscia, a disegnare l’orlo delle calze, a salire. Salire sempre di più. La meta non è lontana. Allargo leggermente le gambe. Sento il mio stesso odore, l’odore di eccitazione. La mano sale e … sfiora. Sfiora le mie labbra. Ancora chiuse ma calde e frementi. Con la punta delle dita percorre la fessura chiusa, sale piano, arriva al culmine. La mia bocca è socchiusa. Sono così eccitata che ho la bocca asciutta. Guardo fisso avanti a me, ma non vedo. Ascolto ma non sento. I miei sensi sono concentrati lì, tra le mie gambe, sotto quelle dita. Spinge piano. Con un dito viola la fessura. Sussulto quando sfiora il clitoride. Non trattengo un piccolo gemito. Lui toglie di colpo la mano.
“Che succede???” chiede allarmata la mia amica e mi guarda.
Ho gli occhi spalancati e il respiro corto.
“Mi è venuto il singhiozzo…”  simulo, “sarà meglio che vada un attimo in bagno.”
Mi alzo a fatica dallo sgabello, cercando di evitare che la gonna si alzi e si svelino le mie nudità. Getto un occhiata al mio sedile… c’è una piccola macchia di umido. Gli occhi di lui seguono il mio sguardo e la sua mano va a coprire quella macchia che lui ha causato.
Deglutisco e mi dirigo al bagno.
Arrivo nell’antibagno comune e un braccio di colpo mi blocca e mi cinge la vita.
La sua bocca è sul mio orecchio. Il suo corpo aderisce al mio.
“Ti sei eccitata, eh?… Lo senti quanto sono eccitato io?”
Il suo bacino spinto contro il mio culo. Il suo sesso ad incastro nella fessura tra le mie chiappe.
Mi spinge nel bagno delle signore e rapidamente chiude la porta a chiave. Mi gira e si impossessa della mia bocca. Con una mano mi tiene un braccio verso l’alto, mentre l’altra mano torna alla sua posizione tra le mie gambe, ora più aperte, a cercare il mio lago umido.
“Senti… senti che roba! Dio da quanto tempo volevo toccarti…”
Fa un passo indietro, si slaccia i pantaloni e si cala i boxer.
“Lo vedi quanto ti voglio?”
Sono in trance. E’ bello. Bello come il sole. Perfettamente eretto. Sfrontato, prepotente, sfacciato…
Si avvicina. Afferra una mia coscia e la alza. Mi bacia e con un gesto che non sono in grado di capire imbocca il suo sesso nel mio. Inizia a scoparmi così, contro la porta. In piedi. Una mano a tener su la mia gamba, l’altra sul mio culo. E spinge. Veloce. Intensamente. Profondamente.
Il livello della mia eccitazione sale sempre di più. Il suo sesso è sempre più duro, più umido di me, più vorace.
Si stacca dalla mia bocca. Mi bacia il collo. Mi lecca l’orecchio e sussurra “Sto per venire…”
Finisce la frase e la sua lingua inizia a muoversi disegnando le curve del mio orecchio, soffiando e mordicchiando il lobo. L’orgasmo monta rapidamente. Già ero eccitata prima...
Ancora un paio di affondi e esplodo in un “sì” lungo e liberatorio. Lui mi segue a ruota, soddisfatto del risultato ottenuto, mugola sottovoce nel mio orecchio…
“Ohhhh… non sai da quanto tempo lo sognavo…”
Lui lo sognava!?! Lui???
Ancora un paio di affondi per sentirsi uno con me… poi si sfila. Mi guarda. Mi bacia.
“Dovremo rifarlo quanto prima”
“Beh, ora sai dove abito…”
“Ricomponiti, va… sei bellissima. Senza slip. Bellissima…”

3 commenti:

  1. Eccitante nei minimi particolari.(la macchia d'umido sullo sgabello).
    Si può avere l'indirizzo del PUB???? (magari che so!!!!!)

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  2. Impossibile che tu mi deluda :) E con il sorriso da ebete, vado a letto! ;-)

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